Il 5 luglio 2021 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di verificare le informazioni contenute in un articolo pubblicato il 1 giugno dal blog The Day After e intitolato: “Agenda 21: eliminazione del 95% della popolazione mondiale nel 2030”.
Secondo l’articolo, «Agenda 21» sarebbe il nome di un piano messo a punto dalle Nazioni Unite (Onu) per «spopolare la Terra del 95% entro il 2030, o come limite massimo entro il 2050» utilizzando come pretesto la lotta ai cambiamenti climatici.
Si tratta di una notizia falsa.
Agenda 21 è in realtà un articolato programma messo a punto durante la Conferenza sull’ambiente e lo sviluppo delle Nazioni Unite, il summit mondiale tenutosi a Rio de Janeiro (Brasile) nel 1992 per studiare un’azione di contrasto condivisa ai cambiamenti climatici. Il documento è stato firmato da 179 Paesi e contiene una serie piuttosto articolata di misure dedicate a temi come la povertà, il consumo, lo sviluppo sostenibile, la desertificazione. In nessun paragrafo del documento – pubblicato integralmente e liberamente consultabile – si fa tuttavia accenno ad un’azione di spopolamento.
Il riferimento nell’articolo oggetto della nostra verifica alla data del 2030 lascia però intuire che il richiamo non sia ad Agenda 21, ma ad un altro piano preparato dalle Nazioni Unite. Stiamo parlando di Agenda 2030, un documento per lo sviluppo sostenibile in 17 punti sottoscritto il 25 settembre 2015 da 193 Paesi. Agenda 2030 si pone un orizzonte temporale (il 2030, appunto) per raggiungere determinati obiettivi legati alla qualità della vita umana e alla sostenibilità ambientale, come la lotta alla povertà, la parità di genere, la lotta contro il cambiamento climatico e il consumo responsabile. Anche in questo caso, nessuno degli obiettivi punta a eliminare «il 95% della popolazione mondiale».
Il documento integrale è disponibile a questo link e secondo le proiezioni delle Nazioni Unite la popolazione mondiale crescerà fino ad arrivare a 8,5 miliardi nel 2030. Oggi le persone nel mondo sono 7,8 miliardi e l’Onu stima che diventeranno 9,7 miliardi nel 2050 e 11 miliardi alla fine del secolo.