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Queste affermazioni sui vaccini attribuite al dottor Pasquale Aiese sono scientificamente false

Queste affermazioni sui vaccini attribuite al dottor Pasquale Aiese sono scientificamente false

13 settembre 2021
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Il 9 settembre 2021 la redazione di Facta ha ricevuto via WhatsApp la richiesta di verificare un articolo pubblicato il 14 giugno 2021 dal sito dell’emittente Radio Radio e intitolato «Il medico oscurato che ha messo all’angolo la campagna vaccinale: “Non sappiamo troppe cose”». Nell’articolo vengono attribuite al medico Pasquale Aiese alcune affermazioni sui vaccini contro la Covid-19. In particolare si sostiene che «la tanto decantata efficacia del 95 per cento dei vaccini è, secondo l’epidemiologo, una truffa» in quanto «dallo studio condotto dalla casa farmaceutica […] il 95 per cento non è sinonimo di efficacia, ma il cosiddetto “intervallo di confidenza” che verrà applicato quando si avranno i risultati, ovvero tra 24 mesi». Inoltre Aiese avrebbe affermato che «di questi vaccini al momento non si conosce nemmeno la reale risposta anticorpale» e «non sappiamo ancora che tipo di anticorpi vengano prodotti». 

Aiese è un medico non nuovo a controversie sul tema dei vaccini: nel 2021 si è  candidato a sindaco della città di Napoli per il Movimento 3V (movimento antivaccinista che avevamo approfondito in passato) e nel 2020 era stato rinviato a giudizio, accusato di aver attestato la vaccinazione contro il morbillo di un bambino di tre anni, risultato poi non vaccinato. Aiese inoltre è un seguace delle teorie della “Nuova Medicina Germanica” di Ryke Geerd Hamer, una pseudomedicina scientificamente infondata secondo cui le malattie non avrebbero cause biologiche, ma solo psicologiche.

Entrambe le affermazioni dell’articolo sono false. Una di esse inoltre non riporta correttamente l’opinione del dottor Aiese.

Innanzitutto, non è vero che il 95 per cento di efficacia dei vaccini risultante dallo studio sia una «truffa» e che l’efficacia riportata del 95 sia invece «il cosiddetto “intervallo di confidenza”». Questa affermazione si riferisce con ogni probabilità allo studio clinico di fase 3 sul vaccino Pfizer-BioNTech, pubblicato dal New England Journal of Medicine il 31 dicembre 2020. Nella tabella 3 è possibile vedere che l’ultima colonna è intitolata «Vaccine Efficacy % (95% CI)» ovvero «Efficacia del vaccino, per cento (intervallo di confidenza del 95 per cento)». I numeri riportati in seguito nella colonna quindi mostrano l’efficacia stimata sulla base dei dati e, tra parentesi, il cosiddetto intervallo di confidenza del 95 per cento. Questa è la forbice in cui, matematicamente, con il 95 cento di probabilità si trova la reale efficacia del vaccino: è un parametro statistico che restituisce l’incertezza su un certo dato. La prima riga della colonna, che mostra l’efficacia complessiva del vaccino, riporta però un dato di efficacia stimato proprio del 95 per cento, compreso in una forbice che va da 90,0 a 97,9 per cento. 

Questo per quanto riguarda l’articolo di RadioRadio. Il dottor Aiese però sostiene una cosa diversa, come si può vedere in questa intervista dell’8 giugno 2021, al minuto 03:00. Aiese sostiene invece che il campione dello studio clinico non sarebbe un campione statisticamente valido, in quanto ad esempio includeva poche persone anziane e non rappresentava quindi correttamente l’insieme delle persone che sarebbero state vaccinate. Non è vero, come conclude Aiese nell’intervista, che quindi lo studio è «completamente falso» né che non si possa applicare un intervallo di confidenza dal punto di vista statistico. È vero però che tale intervallo si riferisce solo al campione preso in esame dallo studio clinico e non è necessariamente un indicatore dell’efficacia sulla popolazione generale. Si tratta di un limite di cui avevamo parlato su Facta quando erano stati approvati i primi vaccini contro la Covid-19. In ogni caso, a prescindere dalla percentuale del 95 per cento stimata da quello studio clinico, con i suoi limiti, oggi abbiamo i dati delle campagne vaccinali che ci confermano l’efficacia dei vaccini sulla popolazione reale.

Quelli che si avranno «tra 24 mesi» inoltre sono i dati completi degli studi clinici, come riporta ad esempio il sito di Pfizer, ma non i dati di efficacia che erano già descritti nello studio sopra linkato. Sottolineiamo comunque che questo ritardo nel rilascio dei dati completi è considerato dalla comunità medica e scientifica un problema di trasparenza, e lo avevamo discusso su Facta.

Veniamo alla seconda affermazione attribuita ad Aiese dall’articolo di RadioRadio. Aiese ha argomentato effettivamente in questa intervista di aprile 2021 al sito 100 giorni da leoni e anche nell’intervista precedentemente linkata dell’8 giugno 2021 che il vaccino non indurrebbe la produzione di anticorpi o che, perlomeno, tale risposta anticorpale non è stata misurata in modo accurato. 

Si tratta di affermazioni false. Come avevamo discusso in passato di fronte a un’analoga affermazione della scrittrice e medico Silvana de Mari, lo sviluppo di anticorpi in seguito ai vaccini contro la Covid-19 è stato ben studiato sperimentalmente in numerose classi di pazienti (a puro titolo di esempio, questa rassegna del settembre 2021 riassume e analizza decine di studi sulla risposta immunitaria nei vaccinati soggetti a trapianto d’organo). 
In conclusione, l’articolo di RadioRadio riporta affermazioni scientificamente false. La prima, per di più, è un travisamento dell’opinione del dottor Pasquale Aiese, che invece riportava, sia pure traendone conclusioni eccessivamente pessimistiche, un reale limite dello studio clinico sul vaccino Pfizer-BioNTech, limite che poi è stato superato dai dati reali della campagna vaccinale. La seconda affermazione invece è coerente con quanto affermato in altre occasioni dal dottor Aiese, ma è scientificamente scorretta.

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