Il 10 ottobre 2021 il giornalista e consigliere comunale di Milano Vittorio Feltri ha pubblicato un tweet in cui si legge: «Aveva ragione Flaiano quando diceva che i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti».
Il riferimento è all’assalto portato alla sede romana del sindacato Cgil da un gruppo di manifestanti No Green Pass guidato da alcuni esponenti del partito neofascista Forza Nuova. Poche ore prima Feltri aveva pubblicato un tweet per equiparare Forza Nuova ai centri sociali.
Si tratta di una citazione erroneamente attribuita, che veicola un’informazione falsa.
Innanzitutto, Ennio Flaiano è stato uno scrittore, giornalista, autore di satira e sceneggiatore italiano. Flaiano è morto nel 1972 a Roma, città che contribuì a raccontare in opere come “Un marziano a Roma” e “La Dolce Vita” (collaborando alla sceneggiatura).
Le origini della citazione «In Italia i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti» sono state ricostruite nel 2018 dal collettivo di scrittori noto come Wu Ming – evoluzione del Luther Blisset Project, pseudonimo con il quale nel 1999 il gruppo ha firmato il popolare romanzo Q – che ha riportato alla luce la prima attestazione della frase.
Questa compare per la prima volta a pagina 356 del volume “La solitudine del satiro”, pubblicato nel 1973 da Ennio Flaiano, ma nell’opera l’autore la attribuisce all’amico Mino Maccari, pittore, scrittore e giornalista con un passato fascista (nel 1922 partecipò alla marcia su Roma). Come si può verificare a pagina 44 di “Satira è vita”, libro che raccoglie frammenti scritti da Flaiano e pubblicati in altre sue opere, la frase esatta inserita nel suo contesto è: «Appena un mese fa parlavo con Mino Maccari. Che si fa? Niente, si aspetta Godot? No, si aspetta la rivoluzione. Chi dovrebbe farla, i fascisti? I fascisti – gli ho ricordato – sono una trascurabile maggioranza. Maccari ha precisato: il fascismo si divide in due parti: il fascismo propriamente detto e l’antifascismo».
Per molto tempo la citazione è stata correttamente associata a Maccari, ma qualcosa è cambiato all’inizio degli anni Duemila, quando la scrittrice Oriana Fallaci pubblicò la frase nel libro “La rabbia e l’orgoglio”, attribuendola a Flaiano. Nella sua opera del 2001 Fallaci scrisse: «L’Italia ancora mussolinesca dei fascisti neri e rossi che ti inducono ad adottare la tremenda battuta di Ennio Flaiano: “In Italia i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti”».
Da quel momento la frase è stata attribuita prevalentemente a Flaiano – ad esempio qui da Massimo Gramellini sul Corriere, nel febbraio 2018, e qui da Christian Rocca, nel 2020 su Linkiesta – sebbene la sua paternità sia in realtà ascrivibile a Mino Maccari.