Non si conosce ancora l’efficacia del farmaco israeliano “Exo-Cd24” contro la Covid-19 - Facta
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Non si conosce ancora l’efficacia del farmaco israeliano “Exo-Cd24” contro la Covid-19

Il 23 marzo 2021 la redazione di Facta ha ricevuto la richiesta di verificare lo screenshot di un articolo, pubblicato sul Messaggero il 9 febbraio 2021, intitolato «Covid, farmaco Exo-Cd24 guarisce dal virus in 5 giorni. Test in Israele: ‘Efficace al 96 per cento’».

Il farmaco esiste davvero, ma la notizia va inserita nel giusto contesto. Al momento (23 marzo 2021) si tratta di dati estremamente preliminari, che non possono essere considerati affidabili fino a quando non ci saranno ulteriori studi clinici.

Come riportato in un dettagliato articolo della Società Italiana di Farmacologia pubblicato il 4 marzo 2021 (a cui rimandiamo per i dettagli), Exo-Cd24 è un farmaco nuovo sviluppato dal laboratorio del professore Nadir Arber dell’Università di Tel Aviv ed è basato su una molecola naturale dell’organismo umano, la proteina Cd24, già studiata per la terapia dei tumori. L’idea è di sfruttare questa molecola per modulare la risposta immunitaria, mitigando i sintomi della Covid-19. Il farmaco però finora è stato sottoposto solo a uno studio clinico di fase 1, il cui scopo è verificare i minimi standard di sicurezza e non la sua efficacia. 

I risultati citati dall’articolo del Messaggero si riferiscono a dichiarazioni del Sourasky Medical Center di Tel Aviv (noto precedentemente come Ichilov), rese pubbliche per la prima volta il 4 febbraio 2021 sul canale televisivo israeliano Kan e poi rilanciate dalla stampa israeliana (ad esempio qui e qui). Stando alle dichiarazioni, durante lo studio clinico 29 pazienti su 30 con Covid-19 «da moderato a grave» sarebbero migliorati e guariti entro cinque giorni dal trattamento. Da questi risultati deriva la presunta efficacia del 95 o 96 per cento descritta dalle fonti israeliane e dal Messaggero.Non esiste però al momento nessuna pubblicazione scientifica ufficiale che corrobori questi dati. Inoltre, come fa notare la Società Italiana di Farmacologia, manca un gruppo di controllo per verificare se i miglioramenti sono dovuti o meno al farmaco. Per poter concludere che il farmaco funzioni non ci si può quindi basare sui dati finora comunicati: bisognerà aspettare, come per ogni nuovo trattamento medico, gli studi clinici di fase 2 e 3.

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