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Le stelle di Natale non contengono un veleno «mortale»

Le stelle di Natale non contengono un veleno «mortale»

26 dicembre 2022
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Con l’avvicinarsi del Natale, soprattutto sui social, si diffonde spesso una falsa notizia che riguarda le stelle di Natale, pianta tropicale dal tradizionale colore rosso. Anche quest’anno, su Facebook, sono stati condivisi alcuni post che mettono in guardia gli altri utenti rispetto alla pericolosità di questa pianta, soprattutto per gli animali domestici, in quanto conterrebbe un veleno che può essere mortale. 

Si tratta di un’informazione imprecisa, che veicola una notizia falsa. 

L’euphorbia pulcherrima, comunemente conosciuta come stella di Natale, è una pianta originaria del Messico, che fiorisce d’inverno ed è utilizzata per decorare gli ambienti, soprattutto durante le feste natalizie. Contrariamente a quanto affermato nei post oggetto della nostra analisi, non è una pianta tossica che può portare alla morte. 

Il mito della velenosità della pianta, soprattutto per gli animali domestici, si è largamente diffuso, tanto da essere stato riportato anche da Wikipedia, che però ha successivamente rimosso questa informazione. Diversi studi e ricerche scientifiche, infatti, hanno nel tempo smentito il falso mito.

Nel 1980 è stato pubblicato sulla rivista scientifica Clinical Toxicology uno studio volto a testare la tossicità dell’euphorbia pulcherrima. Richard Runyon, lo scienziato autore della ricerca, ha somministrato delle parti di pianta a 46 ratti, dimostrando attraverso vari procedimenti che nessun animale ha mostrato cambiamenti significativi dovuti all’ingerimento.  

Nel 1975 John Bradshaw, un coltivatore dell’Ohio, per sfatare il mito della tossicità mortale che girava attorno alle stelle di Natale era stato immortalato mentre dava un morso a una foglia di una pianta, senza particolari conseguenze.

Successivamente, nella versione del 2003 del “Handbook of Poisonous and Injurious Plants”, cioè il manuale delle piante velenose e nocive redatto da una serie di studiosi statunitensi, Andrew Weil, professore dell’Università dell’Arizona, aveva precisato che i timori di avvelenamento da parte di piante ornamentali comuni come la stella di Natale, sono infondati. Inoltre, nello stesso manuale è riportato che questo tipo di pianta, in quel periodo, era tra le prime tre piante per le quali le persone hanno chiamato i centri antiveleno negli Stati Uniti, convinte della leggenda sulla sua elevata tossicità. In una nota il manuale precisa che i dati riportati non implicano «un’esposizione effettiva, un avvelenamento o un giudizio sulla tossicità» e molte delle piante presenti nell’elenco «presentano un rischio di ingestione minimo, se non addirittura nullo».

Inoltre, uno studio pubblicato nel novembre 1996 sulla rivista scientifica American journal of emergency medicine, ha contato 22.793 casi di esposizione alle stelle di Natale segnalati ai centri antiveleno negli Stati Uniti tra il 1985 e il 1992. Nella totalità dei casi le persone che hanno fatto questa segnalazione sono sopravvissute e il 92,4 per cento dei soggetti non ha sviluppato alcun segno di intossicazione dovuto alla sua esposizione alla pianta, mentre i restanti casi hanno manifestato sintomi minori. Nello stesso periodo di tempo, 27 persone hanno tentato il suicidio ingerendo stelle di Natale senza gravi conseguenze. 

La stella di Natale non è quindi una pianta mortalmente tossica né per gli esseri umani, né per gli animali domestici. Nonostante questo, però, non si tratta di un cibo edibile, poiché se mangiata in grandi quantità può indurre dolori di stomaco e nausea. Questo potrebbe però accadere se un animale o un bambino divorassero un’intera pianta, non nel caso di ingestione di una sola foglia. 

Anche il ministero della Salute italiano ha inserito l’euphorbia pulcherrima tra le piante potenzialmente tossiche per gli animali, ma non nomina mai la morte tra le possibili conseguenze. 

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