Lunedì 22 giugno la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare l’autenticità di un appello, circolato tramite la newsletter dell’Ong americana Avaaz, lanciato dal «Segretario Generale dell’Onu» per chiedere un «cessate il fuoco globale» durante l’emergenza sanitaria di Covid-19.
Nella mail oggetto di verifica si legge la frase «Cari Avaaziani, il segretario generale delle Nazioni Unite ci ha appena inviato questo appello urgente per un cessate il fuoco globale. Firmiamo subito tutti e condividiamolo».
Avaaz è un’organizzazione non governativa che dal 2007 si occupa di promuovere l’attivismo su diversi temi (quali, ad esempio, il cambiamento climatico, i diritti umani, la povertà e i conflitti nel mondo) attraverso campagne in grado di stimolare la partecipazione diretta dell’opinione pubblica ai processi decisionali. L’organizzazione, inoltre, produce periodici report sulla disinformazione online ed è per questo considerata una voce autorevole sul tema.
L’idea di un «cessate il fuoco» durante la pandemia è infatti stata originariamente lanciata a fine marzo scorso tramite il sito web delle Nazioni Unite, in un comunicato in cui si spiega che «al virus non interessano nazionalità, gruppi etnici, credo religiosi. Li attacca tutti, indistintamente» e che per questo sarebbe necessario un ritiro da tutte le ostilità, perché «è ciò di cui la nostra famiglia umana ha bisogno, ora più che mai».
La dichiarazione è stata ripresa da istituzioni e organizzazioni umanitarie, tra cui Amnesty International, Education Cannot Wait e l’Unione europea, e ha dato vita a una petizione (indipendente, ispirata all’appello di Guterres ma non promossa dall’Onu) per raggiungere l’obiettivo. La raccolta firme è disponibile sul sito web di Avaaz e punta ad arrivare 2,5 milioni di firme (alla data del 22 giugno si è arrivati a quota 2,3 milioni). Un’iniziativa simile è stata avviata anche da Oxfam Italia, organizzazione umanitaria impegnata a migliorare le condizioni di vita delle persone nelle aree più povere del mondo, e punta a raggiungere le 10mila firme.
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