“Agenda 2030” è il boss finale del complottismo pandemico e climatico
Dagli anni Novanta a oggi, alcuni documenti dell’Onu sullo sviluppo sostenibili sono diventati lo spauracchio degli ambienti complottisti ed estremisti di tutto il mondo
Lo scorso fine settimana si è svolto a Madrid “Europa Viva 24”, un convegno organizzato dal partito spagnolo Vox e dal gruppo europarlamentare dei Conservatori e dei Riformisti Europei (ECR) a cui hanno partecipato decine di migliaia di persone e diversi leader di destra – tra cui Marine Le Pen, leader del partito francese Rassemblement National, il premier ungherese Viktor Orbán, la presidente del consiglio italiana Giorgia Meloni e il presidente argentino Javier Milei.
Ed è proprio quest’ultimo ad aver suscitato le più accese polemiche. Milei ha infatti attaccato Begoña Gómez, la moglie del premier spagnolo Pedro Sánchez, definendola una «corrotta». Il riferimento è alle accuse per traffico di influenze fatte nei suoi confronti da Manos Limpias (Mani Pulite, un sindacato di estrema destra), che Sánchez ha definito «diffamatorie e infanganti». Il governo spagnolo ha preteso delle scuse pubbliche da Milei e ha ritirato l’ambasciatrice spagnola in Argentina María Jesús Alonso Jiménez.
Al di là di questa controversia, il convegno ha rappresentato un’importante tappa di avvicinamento alle elezioni europee che si terranno tra il 6 e il 9 giugno 2024 e – almeno stando ai più recenti sondaggi – dovrebbero registrare un significativo aumento dei consensi sia per ECR che per Identità e Democrazia (ID), i due principali gruppi all’Europarlamento che riuniscono i partiti della destra radicale europea.
Nell’ambito di “Europa Viva 24” è stato anche ufficializzato il «manifesto identitario» dell’ECR, un programma politico articolato in dieci punti con cui si vuole tracciare un «futuro conservatore» dell’Europa. Nel presentarlo, il vicepresidente dell’ECR Radosław Fogiel (nonché uno dei maggiori esponenti del partito polacco Diritto e Giustizia) ha detto che «noi conservatori dobbiamo sostenerci a vicenda perché lottiamo per gli stessi valori, lottiamo per la stessa visione dell’Europa».
Nel corso della kermesse c’è stato anche spazio per la promozione di teorie complottiste. Come ha notato su X Jacopo Di Miceli, responsabile di Osservatorio sul complottismo, a un certo punto è stato trasmesso uno spot che prende di mira l’Agenda 30, il piano delle Nazioni unite per lo sviluppo sostenibile sottoscritto nel 2015 da 193 Paesi. Il documento è composto da 17 punti programmatici e si pone il 2030 come orizzonte temporale per raggiungere determinati obiettivi legati alla qualità della vita umana e alla sostenibilità ambientale, come la lotta alla povertà, la parità di genere, la lotta contro il cambiamento climatico e il consumo responsabile.
Il video in questione, che è stato prodotto nel 2022 e rilanciato dai canali social ufficiali di Vox, tratteggia un futuro distopico in cui le Nazioni unite, Bill Gates e i politici di sinistra vogliono «distruggere la famiglia tradizionale», agevolare «l’invasione migratoria», imporre una «religione climatica», favorire «l’indottrinamento» dei bambini con «l’ideologia gender», e così via.
Questa visione caricaturale e travisata dell’Agenda 30 non è appannaggio esclusivo di Vox. Negli ultimi anni, infatti, la teoria è stata promossa da ambienti complottisti ed estremisti di vari Paesi, diventando una sorta di «supercomplotto» – per usare una definizione del professore statunitense Michael Barkun – che racchiude al suo interno altre teorie, specialmente quelle volte a negare la crisi climatica o la pandemia di Covid-19.
La stessa Agenda 30, del resto, è l’ultima evoluzione di paranoie decennali su presunti «governi unici mondiali» che vorrebbero instaurare un «totalitarismo socialista», togliere la sovranità agli stati-nazione o addirittura sterminare la popolazione.
Le origini: gli anni Novanta e l’Agenda 21 Per capirne le origini bisogna tornare indietro ai primi anni Novanta. A giugno del 1992, a Rio de Janeiro, si svolge la Conferenza delle Nazioni unite su ambiente e sviluppo (Unced), in cui si prende definitivamente atto del cambiamento climatico e della necessità di affrontarlo.
In quella Conferenza vengono sottoscritti diversi documenti programmatici, tra cui la convenzione quadro sui cambiamenti climatici e l’Agenda 21. Questa dicitura indica un piano in 31 punti che si concentra su questioni sociali ed economiche, sulla conservazione e gestione delle risorse, sul rafforzamento del ruolo delle donne e su come attuare queste proposte.
L’Agenda 21 non è però un trattato: è più che altro un insieme di raccomandazioni e buone pratiche volte a favorire la sostenibilità ambientale. Non ha dunque forza di legge, né tanto meno meccanismi sanzionatori per gli Stati che la applicano.
Nonostante ciò, l’Agenda 21 è diventato un vero e proprio spauracchio dell’estrema destra statunitense. Tra la fine degli anni Zero e l’inizio degli anni Dieci del Ventunesimo secolo, associazioni estremiste e anticomuniste come la John Birch Society – fondata nel 1958 dal magnate antisemita Robert W. Welch – e l’American Policy Center del giornalista e attivista antigovernativo Tom DeWeese hanno variamente descritto l’Agenda 21 come «la più grande minaccia alla sovranità dell’America», un «nuovo tipo di tirannia che si porterà a un nuovo Medioevo» e addirittura un piano di sterminio di massa.
DeWeese, come ha ricostruito un articolo dell’ONG statunitense Southern Poverty Law Center, è indubbiamente il più vocale oppositore del documento dell’ONU. Per lui l’Agenda 21 sarebbe in grado di trasformare le «comunità americane» in «piccoli soviet», mentre la «sostenibilità» sarebbe un cavallo di Troia per l’imposizione del comunismo negli Stati Uniti. Se implementati, insomma, i vari punti programmatici andrebbero a creare un mondo senza proprietà privata e senza libertà personali, dominato da un unico «governo mondiale».
Queste affermazioni infondate sull’Agenda 21 riecheggiano una teoria più risalente: quella del «Nuovo Ordine Mondiale». Anche in questo caso, la sua diffusione iniziale è stata spinta dalla John Birch Society. Welch era infatti convinto le Nazioni Unite fossero uno strumento in mano a comunisti, oscure élite e «banchieri internazionali» (una parola in codice per dire «ebrei»), tutti coalizzati per «togliere la sovranità agli Stati Uniti» e imporre un «governo unico socialista».
Gli stessi timori, come hanno ricostruito i giornalisti Chip Berlet e Matthew N. Lyons nel saggio “Right-Wing Populism in America: Too Close for Comfort”, erano espressi anche da predicatori evangelici e fondamentalisti cristiani legati alla destra statunitensi: per loro, il fantomatico «Nuovo Ordine Mondiale» sarebbe stato un segno dell’imminente venuta dell’Anticristo e della «fine dei tempi» annunciata nel Vangelo.
Dopo la caduta del muro di Berlino e il crollo dell’Unione sovietica, la teoria ha però subito una mutazione: non essendoci più il nemico principale, l’Urss, è stata così riutilizzata in chiave anti-governativa e anti-Nazioni unite. Ed è proprio all’inizio degli anni Novanta che la teoria raggiunge il picco, quando viene adottata dal cosiddetto «movimento dei patrioti» – una rete informale di milizie armate e individui di estrema destra ostili al governo federale.
Da allora, sottolinea il professor Barkun in un’intervista con il Southern Poverty Law Center, «qualsiasi programma Onu che si limita a suggerire un qualsiasi cambiamento nella vita delle persone […] finisce per essere stravolto da persone con tendenze cospirazioniste».
Dall’Agenda 21 all’Agenda 2030 L’Agenda 21, per l’appunto, ha subito questo destino. E le teorie del complotto su di essa non sono rimaste confinate nei circuiti dell’estrema destra statunitense; tutt’altro. Giusto per fare un esempio significativo, nel 2010 il conduttore e personalità mediatica statunitense Glenn Beck ne ha parlato per ben 14 minuti di seguito suFox News, dando loro un grande risalto; in seguito, ci ha pure scritto sopra un romanzo.
A livello politico le speculazioni sull’Agenda 21 sono state riprese dal Tea Party – un movimento ultraconservatore e radicale sorto nel 2009 – e dal Partito Repubblicano. Nella piattaforma ufficiale del partito del 2012, adottata in vista delle presidenziali di quell’anno (poi rivinte da Barack Obama), si legge infatti che «respingiamo l’Agenda 21 dell’ONU poiché erode la sovranità americana».
In diversi Stati nordamericani i politici repubblicani – basandosi proprio sulle teorie complottiste – hanno addirittura avanzato proposte di legge contro l’Agenda 21, che tuttavia non sono mai state approvate: la maggior parte sono state infatti respinte dai parlamenti locali, oppure sono state bloccate dai governatori (com’è successo in Missouri nel 2013).
Dopo la fiammata dei primi anni Dieci, per qualche anno non si è più parlato di Agenda 21. Nel 2015, del resto, al documento è subentrata la già citata Agenda 2030 – che come l’Agenda 21 non ha forza di legge e si basa su di un meccanismo volontario.
Ma invece di finire nel dimenticatoio, la pandemia di Covid-19 ha catapultato le due agende sul palcoscenico globale trasformandole in un gigantesco «supercomplotto» al cui interno sono confluite teorie antivacciniste, anti-5G, anti-«città dei 15 minuti», contrarie alle restrizioni sanitarie e negazioniste della crisi climatica.
Una di queste, di cui ci siamo occupati suFacta, sostiene che le Nazioni unite avrebbero intenzione di «spopolare la terra del 95% entro il 2030, o come limite massimo entro il 2050» utilizzando come pretesto la lotta ai cambiamenti climatici. In un’altra ancora, rilanciata dal rabbino antivaccinista Amnon Yitzchak, si mescolano elementi delle teorie sulle due Agende e sul Nuovo Ordine Mondiale per affermare falsamente che dal «2021 al 2030» la sovranità nazionale verrebbe abolita per istituire un unico «governo mondiale, una valuta globale senza contanti, una banca centrale globale, un esercito mondiale».
E non solo: siccome nel 2019 l’ONU e il World Economic Forum (WEF) hanno stretto un accordo per promuovere congiuntamente gli obiettivi dell’Agenda 2030, le teorie su quest’ultima si sono fuse con il Grande Reset – un’altra teoria del complotto secondo cui la pandemia sarebbe stata pianificata a tavolino dal WEF, da Bill Gates e da altri gruppi di potere occulti per instaurare una «dittatura sanitaria» globale.
Partiti di estrema destra come Vox hanno incorporato le teorie sull’Agenda 2030 all’interno della loro propaganda politica. Nel 2021, parlando al Congresso spagnolo, la deputata di Vox Magdalena Nevada del Campo ha detto che il «globalismo» e «l’Agenda 2023» puntano a «distruggere la sovranità delle nazioni» facendo leva su «presunte minacce che il pianeta starebbe affrontando, come l’apocalisse climatica, il sovrappopolamento e la scarsità di risorse».
Il piano dell’ONU, secondo altre affermazioni fatte da politici in vari Paesi, avrebbe altri fini malevoli: vietare il consumo di carne e obbligare le persone a mangiare insetti; incoraggiare l’immigrazione verso l’Europa e dunque la «sostituzione etnica» delle popolazioni autoctona; e promuovere l’indottrinamento LBGTQIA+ dei minori attraverso “l’ideologia gender”.
Chiaramente, nessuno di questi obiettivi è contenuto nel piano dell’ONU. Il quale, contrariamente a quanto suggeriscono le teorie del complotto, è ben lontano dall’essere realizzato.
Nel luglio del 2023 le Nazioni unite hanno pubblicato un documento che fa il punto sull’applicazione dell’Agenda 2030. I dati sono sconfortanti: appena il 12 per cento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) è sulla buona strada; quasi il 50 per cento è moderatamente o gravemente fuori strada; e circa il 30 per cento è fermo o addirittura regredito rispetto al 2015.
Che la situazione non sia rosea l’ha confermato, sempre nel luglio del 2023, anche il segretario generale delle Nazioni unite António Guterres: «Se non agiamo ora, l’Agenda 2030 diventerà l’epitaffio per un mondo che avrebbe potuto essere».
Dopotutto, l’Agenda 2030 non è un diabolico progetto di dominazione planetaria; è semplicemente un appello alla cooperazione globale. E senza la collaborazione volontaria degli Stati, i suoi obiettivi sono del tutto irraggiungibili.
No, la pandemia di Covid-19 non è stata prevista nel 1981
Secondo quanto circola su alcuni social media, un romanzo del 1981 proverebbe che la pandemia di Covid-19 è stata pianificata, ma la scienza smentisce questa tesi