Il vaccino AstraZeneca ha «cambiato nome», ed è una cosa normale - Facta
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Il vaccino AstraZeneca ha «cambiato nome», ed è una cosa normale

Tra 30 e 31 marzo 2021 sono stati pubblicati da quotidiani e agenzie numerosi articoli (come questo, questo, questo, questo, questo o questo) con la notizia che il vaccino prodotto dall’azienda biofarmaceutica anglo-svedese AstraZeneca contro la Covid-19 avrebbe «cambiato nome» in Vaxzevria. Gli articoli riportano quanto comunicato dall’European Medicines Agency (Ema), che nell’ultimo aggiornamento del documento informativo sul vaccino prodotto da AstraZeneca ha scritto «Il nome del vaccino è stato cambiato in Vaxzevria il 25 marzo 2021». 

La maggior parte dei media ha riportato la notizia correttamente, ma i titoli rischiano di essere fuorvianti. Inoltre, secondo Il Messaggero, è circolata la voce che il cambiamento di nome sarebbe servito a «depistare i dubbi» sulla sicurezza del vaccino, dovuti ai presunti casi di trombosi che hanno portato al ritiro temporaneo del vaccino in molti Paesi europei. Dubbi poi –ricordiamo– in buona parte dissipati dall’analisi dell’Ema, che ha confermato la raccomandazione del vaccino anche se con un nuovo foglietto informativo che include anche la rarissima eventualità, la cui correlazione col vaccino non è ancora del tutto accertata, di casi molto particolari di trombosi. Le perplessità sul cambiamento di nome non ci sono state solo in Italia: sono state riportate anche tra gli spettatori dell’emittente tedesca Zdf. Facciamo brevemente chiarezza.

Come ha spiegato AstraZeneca all’agenzia italiana AdnKronos e all’emittente tedesca Zdf, e come chiarito anche da Valeria Viola, consulente nel campo della regolamentazione farmaceutica in un thread su Twitter del 31 marzo, l’acquisizione di questo nome fa parte di una procedura del tutto standard, prevista da tempo. Tutti i farmaci infatti possono avere un nome commerciale, registrato, che viene approvato dalle agenzie di regolamentazione come l’Ema in Ue e deve seguire delle precise linee guida. Siccome le regolamentazioni sono diverse da agenzia a agenzia, il nome commerciale può cambiare da un’area geografica a un’altra: ad esempio il vaccino di AstraZeneca in India ha il nome commerciale di Covishield. La scelta del nome commerciale di un farmaco non è facile a causa dei numerosi requisiti a cui deve sottostare, in particolare la necessità di evitare confusione con il nome di altri farmaci, anche quando viene scritto a mano in una prescrizione medica. Per questo, spesso, soprattutto di recente, tali nomi hanno combinazioni inusuali di lettere, come “xz” in Vaxzevria. 

Il nome commerciale si distingue dal cosiddetto nome internazionale non proprietario, che è invece un nome univoco dato al principio attivo o a un’altra sostanza farmaceutica, e viene selezionato in collaborazione con l’Organizzazione mondiale della sanità. Per fare un esempio noto a tutti: Tachipirina© è uno dei nomi commerciali in Italia, registrato dall’azienda Angelini sin dal 1958, del principio attivo il cui nome non proprietario è paracetamolo. Nel caso del vaccino AstraZeneca, il nome non proprietario elencato dall’Ema è “COVID-19 Vaccine (ChAdOx1-S [recombinant])”.  

AstraZeneca inoltre non è la prima azienda farmaceutica a battezzare un vaccino contro la Covid-19 con un marchio registrato: il nome commerciale del vaccino Pfizer è infatti Comirnaty. Secondo il sito di informazione dell’industria farmaceutica Fierce Pharma, in un articolo del 23 dicembre 2020, Moderna starebbe considerando di sottoporre alla Food and drug administration (Fda) statunitense i nomi SpikeVax o SpykeVax, mentre Johnson&Johnson sta pensando a candidati come Rezymnav, Rezymden, Fampelsen, Aqcovsen, Evcoyan, Abfivden, Jcovden, Ovcinden and Jcovav. 

In conclusione, anche se è vero che ha «cambiato nome», è più corretto dire che il vaccino AstraZeneca ha semplicemente acquisito un nome commerciale, approvato dall’Ema, come accade per qualunque nuovo farmaco sul mercato, e come già accaduto per il vaccino Pfizer.

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