Il 26 gennaio 2020 l’International Fact-Checking Network (Ifcn) ha pubblicato il report State of the Fact-Checkers 2021. Arrivato alla quarta edizione e basato su un questionario a cui rispondono decine di progetti di fact-checking, il report raccoglie alcune delle informazioni più aggiornate sullo stato del fact-checking globale.
Alcune delle domande a cui il questionario aiuta a rispondere: come sono strutturati i diversi progetti? Quanti di loro pubblicano i propri articoli online e quanti ne parlano in televisione? Come cambia negli anni la natura dei progetti di fact-checking?
Riassumiamo in questo articolo le risposte a queste domande, così da condividere con i nostri lettori qualche informazione in più sul lavoro di Facta, dei colleghi di Pagella Politica e degli altri 84 membri dell’Ifcn che hanno partecipato alla realizzazione del report.
Breve ripasso: Ifcn, Codice dei principi, fact-checking e debunking
Un po’ di contesto. L’International Fact-checking Network (Ifcn) è nato nel 2015 ed è parte del Poynter Institute for Media Studies, scuola di giornalismo di St. Petersburg, in Florida (Stati Uniti). L’Ifcn è uno dei principali punti di riferimento per i progetti di fact-checking attivi nel mondo, ne promuove le collaborazioni, fornisce supporto ai nuovi progetti, organizza iniziative e bandi utili a garantire lo sviluppo di un giornalismo verificato e basato sui dati.
Secondo il censimento curato dal Duke Reporters’ Lab, oggi nel mondo sono attivi più di 340 progetti di fact-checking, dall’Asia al Sud America, dall’Europa all’Oceania. Non tutti sono però firmatari del Codice dei principi dell’Ifcn: Facta e Pagella Politica sì. Il Codice dei principi è un documento che raccoglie al suo interno una serie di impegni che le organizzazioni firmatarie promettono di rispettare. Qualsiasi utente può riportare una presunta violazione del Codice direttamente all’Ifcn compilando questo formulario.
Le realtà che fanno parte dell’Ifcn si occupano di fact-checking e/o di debunking. Questi due termini, di cui il primo spesso più conosciuto, sintetizzano una precisa idea di giornalismo il cui metodo è basato sulla verifica e sulla consultazione di dati e di fonti ufficiali, nel tentativo di offrire ai lettori un giornalismo quanto più verificato e oggettivo possibile.
Metodologia Il report State of the Fact-Checkers 2021 è stato realizzato dall’Ifcn e si basa sulle risposte fornite da 86 organizzazioni di fact-checking tra il luglio e l’agosto 2021.
Il numero ridotto di partecipanti rispetto alle quantità di progetti di fact-checking di cui abbiamo parlato poco sopra è giustificato da due motivi: il sondaggio era rivolto alle sole realtà di fact-checking allora firmatarie del Codice dei principi dell’Ifcn (ad oggi, 115) e la partecipazione era volontaria. I dati sono stati raccolti attraverso la compilazione di un sondaggio online (è stato utilizzato un Google survey), composto da domande a risposta multipla.
Ma passiamo ai contenuti.
2018-2021: come sono cambiati i progetti di fact-checking?
Come mostra il grafico che riportiamo sotto, tra il 2018 e il 2021 la natura dei progetti di fact-checking è cambiata, almeno stando a come si identificano i fact-checker stessi.
Con il primo report era emerso come più del 64 per cento dei progetti coinvolti fosse no-profit, valore che si è ridotto negli anni successivi per poi assestarsi intorno al 50 per cento. D’altra parte, c’è stata una crescita delle organizzazioni a scopo di lucro che sono passate dall’essere il 28,6 per cento, al 44,2 per cento. È infine del 5,8 per cento l’incidenza che oggi hanno sul totale le iniziative accademiche nate come progetti di fact-checking.
Come ci inseriamo noi in questo scenario? Facta e Pagella Politica sono due testate registrate a marzo 2021 presso il Tribunale di Milano e di proprietà di The Fact-Checking Factory (Tfcf) Srl. La società era stata fondata da dieci soci nel 2013 con il nome di Pagella Politica Srls e aveva come unico progetto l’omonimo sito di fact-checking politico. Il cambio di denominazione dell’azienda (e il passaggio da Srls a Srl) risale al dicembre 2020, dopo che nell’aprile precedente era nato il progetto di debunking Facta.
Online, carta stampata o tv?
Come accade anche per Facta e per Pagella Politica, la maggior parte dell’attività dei progetti di fact-checking attivi nel mondo è online (e così era anche in passato).
Il fact-checking trova nel mondo online molti alleati: la possibilità di consultare velocemente fonti di diverso tipo e provenienti da Paesi differenti, l’utilizzo gratuito di strumenti che facilitano la verifica, l’opportunità di utilizzare tutti i link necessari per garantire al lettore la possibilità di approfondire gli argomenti trattati o di ripercorrerne la verifica presente nell’articolo, la ricchezza di fonti e ed esperti contattabili in tempi che, nella vita reale e senza Internet, sarebbero molto più lunghi. Ma non solo: Internet è oggi anche un “luogo” ricco di disinformazione ed è fondamentale, per chi prova a contrastarla, poter agire negli stessi ambienti.
Ricordiamo poi che il Web offre numerose possibilità di condivisione: possiamo pubblicare i nostri articoli sul sito www.facta.news, ma anche condividerli sui nostri canali social (Facebook, Instagram e Twitter), creare dei video per il nostro canale YouTube, rispondere alle segnalazioni degli utenti e chattare con loro attraverso il nostro canale WhatsApp e persino pubblicare podcast.
La figura sotto ci dimostra come l’attività online sia ancora oggi centrale per i diversi progetti di fact-checking ma anche come, al tempo stesso, sia in atto un tentativo di adattarsi ad altri formati, come quello della carta stampata o della televisione.
La maggior parte dei progetti di fact-checking che sono riusciti ad andare oltre alla sola attività online devono il successo alla partnership con trasmissioni televisive, radiofoniche o testate cartacee che hanno deciso di investire in un’informazione verificata e/o una rubrica dedicata al fact-checking.
Tempo pieno, part-time e volontari: quali sono i contratti di lavoro?
Pensando alla quantità di progetti di fact-checking oggi attivi nel mondo, si potrebbe supporre che si tratta di un settore in cui lavorano molte persone, ma in realtà non è sempre così. Le redazioni sono in media poco numerose rispetto alle tradizionali redazioni giornalistiche e il personale non è mai abbastanza per verificare la grande quantità di contenuti potenzialmente falsi e dannosi.
Il report Ifcn ci racconta che il numero di organizzazioni di fact-checking con cinque o più dipendenti è aumentato del 3 per cento nell’ultimo anno, mentre si è mantenuto costante il numero di realtà con 1-4 lavoratori. Facta e Pagella Politica si sono allargate negli ultimi anni, allargando i propri team con contratti di assunzione e di collaborazione.
Ritornando ai dati generali, non mancano dipendenti part-time e volontari (e nemmeno qualche dato a riguardo). Stando all’ultimo sondaggio, è diminuito del 9,7 per cento il numero di progetti di fact-checking che aveva tra 1 e 4 dipendenti part-time ed è stata registrata una crescita che sfiora il 10 per cento per le realtà che hanno più di cinque dipendenti part-time.
Infine, l’11,6 per cento dei progetti di fact-checking ha lavorato nell’ultimo anno in modo continuativo con uno o più volontari e nel 76,7 per cento dei casi è stato dichiarato che non era stata prevista alcuna forma di collaborazione volontaria a lungo termine.
In conclusione Il rapporto State of the Fact-Checkers 2021 pubblicato dall’Ifcn e realizzato grazie alla partecipazione di 86 progetti di fact-checking attivi in tutto il mondo ha fornito qualche informazione in più su come operano le realtà che quotidianamente si impegnano nella lotta contro la disinformazione.
Facta e Pagella Politica, tra i partecipanti al sondaggio, hanno delle caratteristiche in linea con la maggior parte dei colleghi, posizionandosi tra le realtà di fact-checking e debunking avviate da qualche anno e che hanno visto una progressiva crescita.
In generale, i risultati sembrano incoraggianti: facendo un confronto con i dati degli anni precedenti, oggi il fact-checking si sta affermando all’interno del mondo editoriale, può permettersi di assumere più personale rispetto al passato e riesce a differenziare la pubblicazione dei propri contenuti, lavorando anche offline.
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