Le nevicate di giugno in Scozia non smentiscono il riscaldamento globale - Facta
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Le nevicate di giugno in Scozia non smentiscono il riscaldamento globale

Il 6 giugno 2024 su Facebook è stato pubblicato un testo in cui si legge che in Scozia è caduta la neve «nel mese di giugno, mentre le temperatura rimarranno basse». Il messaggio continua affermando che il freddo e la neve sono arrivati «pochi giorni dopo che il Met Office ha annunciato che il Regno Unito ha avuto il suo maggio e la primavera più caldi mai registrati, secondo i dati provvisori». 

Il tutto è accompagnato da un commento che afferma: «Il malore improvviso del Riscaldamento globale». Secondo l’autore del post, quindi, la nevicata in Scozia a giugno 2024 dimostrerebbe che il riscaldamento climatico non sarebbe un fenomeno reale. 

Il contenuto in questione è fuorviante e veicola una notizia falsa. La notizia che in Scozia abbia nevicato a giugno è vera, ma questo non dimostra che il riscaldamento globale non esiste. 

Il 4 giugno diversi media scozzesi hanno pubblicato articoli in cui si racconta di come neve e grandine erano cadute lo stesso giorno in Scozia, in particolare nel parco nazionale di Cairngorms. Come spiega la BBC infatti la prima settimana di giugno in Scozia è stata caratterizzata da temperature fredde e da una spolverata di neve sulle montagne più alte. Sentita dall’emittente britannica, Judith Ralston, presentatrice meteorologica della BBC Scotland, ha spiegato che il motivo di queste temperature nel Paese è dovuto all’aria giunta dalla Groenlandia fino all’Islanda. «La ragione di ciò è che al momento abbiamo un modello meteorologico bloccato, causato dall’alta pressione nell’Atlantico e dalla bassa pressione sulla Scandinavia, che ha portato a un consistente apporto di aria proveniente dal freddo nord o nord-ovest», ha spiegato Ralston. Questo ha provocato «una copertura di neve sulle montagne della Scozia, il che di per sé non è insolito per giugno, ma vedere sette giorni consecutivi di neve cadere sulle vette più alte è molto insolito», ha aggiunto l’esperta. Nei prossimi giorni, ha detto Ralston, ci sarà un cambiamento delle temperature «quando i venti diventeranno più meridionali».

Inoltre, è vero anche che come comunicato lo scorso 3 giugno dal Met Office, servizio meteorologico nazionale del Regno Unito, in base ai dati provvisori, quelli del 2024 sono stati il maggio e la primavera più caldi mai registrati nel Regno Unito.

Queste notizie tuttavia non smentiscono l’esistenza del cambiamento climatico. Come abbiamo spiegato in precedenza su Facta, infatti, non si possono trarre valutazioni o conclusioni sull’andamento climatico nel lungo periodo solo dalle temperature di pochi giorni. Gli eventi meteorologici recenti devono essere collocati nel contesto di ciò che sta accadendo. Il 10 aprile 2024 la NASA ha comunicato che ad aprile e maggio, a livello globale, è stato il decimo mese consecutivo più caldo finora registrato. In questo approfondimento abbiamo spiegato come debba essere correttamente interpretata l’espressione “finora registrato”.

In generale, è necessario osservare che episodi di freddo intenso in alcune regioni si possono verificare anche all’interno di una tendenza all’aumento della temperatura globale. Gli autori di uno studio di attribuzione su un’ondata di freddo che ha colpito la penisola scandinava e la Finlandia nei primi giorni del 2024 scrivono che il cambiamento climatico non significa che le ondate di freddo non si verificheranno più ma che sono diventate meno frequenti o intense.

In conclusione, una manciata di giorni più freddi della media climatica di riferimento non smentisce il riscaldamento globale. Così come non basterebbe un breve periodo di caldo anomalo per provarlo. Inoltre, proprio perché globale, l’attuale cambiamento climatico è dimostrato dall’andamento di diversi indicatori – che non riguardano solo le temperature – che vengono monitorati in tutti i continenti e oceani del pianeta.

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