Il 12 giugno 2023 è stata pubblicata su Facebook la foto di un aeroplano bianco, con delle frecce conficcate nella parte inferiore, parcheggiato in quello che sembra un capannone vuoto. La foto è accompagnata da una didascalia: «L’aereo di ricerca è tornato sano e salvo, sorvolando una tribù isolata nella giungla amazzonica. Brasile negli anni ‘80.»

Il contenuto oggetto della nostra analisi è fuorviante, e veicola una notizia falsa.

La foto è stata originariamente pubblicata (scorrendo le immagini è la numero 7) sul sito della galleria d’arte brasiliana Fortes D’Aloia & Gabriel, in cui viene spiegato che l’aeroplano è un’installazione creata dal collettivo artistico cubano Los Carpinteros, intitolato Avião (in italiano: “Aereo”). L’opera è stata esposta alla galleria Fortes D’Aloia & Gabriel tra settembre e novembre 2011, e successivamente, a maggio 2012, al Faena Arts Center a Buenos Aires, in Argentina.

Come si può leggere nella descrizione dell’opera: «un aereo monomotore, irto di frecce indigene, forma un’immagine curiosa che spinge lo spettatore a immaginare cosa possa aver causato l’“interruzione” di questo volo. Perché questo aereo sorvolava un’area indigena? E perché è stato attaccato? Se è stato attaccato in aria, perché non è stato distrutto?». Lo scopo, continua il testo, è di portare «lo spettatore a confrontarsi con il proprio repertorio di stereotipi sulla natura selvaggia, gli indiani e, in definitiva, qualsiasi tipo di “altro” – come è spesso presente nei media, nei film e in TV. Sono narrazioni che giocano con la percezione della quotidianità; dal locale all’universale». 

Dunque, non si tratta di un aeroplano sopravvissuto dopo aver «sorvolato una tribù isolata nella giungla amazzonica» negli anni ‘80, come contrariamente affermato nel post oggetto di analisi, bensì di una installazione di arte contemporanea.