Questa foto non mostra due eurodeputati del PD esultare per aver votato la direttiva “Case green” - Facta
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Questa foto non mostra due eurodeputati del PD esultare per aver votato la direttiva “Case green”

Il 3 maggio 2024 su Facebook è stata pubblicata una foto degli europarlamentari Brando Benifei ed Elisabetta Gualmini del Partito Democratico mentre esultano al Parlamento europeo. In sovrimpressione compare un testo che recita: «Esultano per aver votato la direttiva “Case green” costo a famiglia 50.000 euro».

Il post è accompagnato da un commento, scritto dall’autore del post, in cui si legge: «L’ 8 è 9 Giugno ricordatevi di chi ha votato perché le nostre case non siano a norma e chi vorrebbe che noi le si svendesse».

Il contenuto oggetto di analisi è fuorviante e veicola una notizia falsa. 

La foto in questione è stato pubblicata su X dallo stesso Benifei l’11 marzo 2023 con una didascalia che parla dell’«accordo raggiunto per creare un quadro normativo a tutela dei lavoratori delle piattaforme digitali», che l’eurodeputato definisce nello stesso post «un passo avanti dell’Europa per garantire a milioni di lavoratori diritti salariali, sociali e condizioni di lavoro adeguate, mettendo l’innovazione al servizio delle persone».

Con il suo tweet Benifei si riferiva all’accordo raggiunto l’11 marzo 2024 dai ministri dell’Occupazione e degli affari sociali dell’Unione europea con il Consiglio dell’Unione europea su una nuova direttiva pensata per stabilire norme per migliorare le condizioni di chi lavora tramite piattaforme digitali, come ad esempio gli addetti alle consegne di cibo. I due eurodeputati, quindi, stavano festeggiando per il raggiungimento di questo accordo sui lavoratori delle piattaforme digitali e non per aver votato la cosiddetta direttiva “Case green”.

Quest’ultima, che introduce nuove regole per ridurre progressivamente il consumo energetico e le emissioni di gas a effetto serra del settore edilizio entro il 2030, è stata invece votata in via definitiva il 12 marzo 2024 dal Parlamento europeo. Il gruppo dell’alleanza progressista dei socialisti e dei democratici (S&D) di cui fa parte il Partito Democratico ha votato a favore della direttiva in questione, che fa parte del pacchetto “Pronti per il 55%“, insieme di proposte volte a ridurre le emissioni dell’Unione europea di almeno il 55 per cento entro il 2030.

Secondo la nuova normativa, spiega il sito del Parlamento europeo, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030. Per gli edifici residenziali, «i Paesi membri dovranno adottare misure per garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16 per cento entro il 2030 e di almeno il 20-22 per cento entro il 2035». Inoltre, gli Stati membri «dovranno spiegare come intendono predisporre misure vincolanti per decarbonizzare i sistemi di riscaldamento eliminando, gradualmente, i combustibili fossili nel riscaldamento e nel raffreddamento entro il 2040». L’articolo 17 della normativa specifica che gli Stati predisporranno «finanziamenti, misure di sostegno e altri strumenti consoni per affrontare le barriere di mercato al fine di realizzare gli investimenti necessari individuati nei rispettivi piani nazionali di ristrutturazione degli edifici per trasformare il loro parco immobiliare in edifici a emissioni zero entro il 2050».

Per diventare legge, ora, la direttiva dovrà ora essere approvata anche dal Consiglio dei ministri dell’UE. Come riportato da recenti analisi pubblicate sui media, per migliorare la classe energetica di un edificio il costo stimato per una singola famiglia per delle singole ristrutturazioni potrebbe andare dai 20 ai 55 mila euro circa. I colleghi di Pagella Politica hanno precisato che sarà compito dei governi nazionali stabilire nei prossimi anni come e in quale misura finanziare gli interventi di efficientamento energetico degli immobili pubblici e privati.

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