Il 28 agosto 2024 su X è stato pubblicato un post in cui si afferma che l’amiloidosi, la malattia di cui è affetto il noto fotografo Oliviero Toscani, sarebbe uno dei possibili «effetti collaterali» dei vaccini anti-Covid. Nel post è contenuta anche un’immagine di un documento di Pfizer intitolato “CUMULATIVE ANALYSIS OF POST-AUTHORIZATION ADVERSE EVENT REPORTS OF PF-07302048 (BNT162B2) RECEIVED THROUGH 28-FEB-2021” in cui la casa farmaceutica statunitense avrebbe indicato questa malattia come possibile reazione avversa del suo vaccino.
La notizia è falsa.
L’autore del post che stiamo analizzando fa riferimento a un’intervista pubblicata dal Corriere della Sera il 28 agosto 2024 in cui Oliviero Toscani dichiara di avere l’amiloidosi e di averlo scoperto «un po’ prima di un anno fa». Come spiega l’Istituto superiore di sanità (ISS), con il termine amiloidosi «si intende un gruppo di condizioni rare, ma gravi, causate da depositi di proteine anomale, chiamate amiloidi, nei tessuti e negli organi di tutto il corpo». Queste malattie multisistemiche compromettono la funzionalità di vari organi vitali. Attualmente si conoscono circa 30 tipologie di amiloidosi, ereditarie o meno, classificate in base ai segni clinici e alle caratteristiche biochimiche della sostanza amiloide coinvolta, specifica l’agenzia giornalistica Osservatorio malattie rare (Omar).
Non esiste tuttavia alcun riscontro che questa patologia sia uno dei possibili effetti avversi dei vaccini anti-Covid. L’amiloidosi non compare infatti in nessun resoconto delle principali organizzazioni e agenzie sanitarie mondiali sulle possibili reazioni legate alla somministrazione dei vaccini contro la Covid-19.
Il documento di Pfizer citato nel post su X è un documento utilizzato già in passato dalla disinformazione antivaccinista per veicolare messaggi fuorvianti e falsi sui vaccini anti-Covid e di cui a Facta ci eravamo già occupati in più occasioni. Come avevamo spiegato, il documento citato è stato stilato dalla casa farmaceutica Pfizer ed è stato ottenuto il 17 novembre 2021 dal collettivo Public Health and Medical Professionals for Transparency, un’organizzazione non-profit che si batte per la pubblicazione e la condivisione dei dati scientifici. A settembre 2021 l’organizzazione aveva chiesto attraverso un Foia (Freedom of Information Act, una richiesta di accesso ai documenti della pubblica amministrazione) la pubblicazione dei dati su cui la Fda – l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici – si è basata per autorizzare il vaccino prodotto da Pfizer.
In questo documento, però, non sono presenti le reazioni avverse (o i decessi) causati dal vaccino Pfizer. Come si legge infatti a pagina 5, il report contiene i dati presenti nel database Pfizer sulla sicurezza del proprio vaccino in base alle segnalazioni degli eventi avverse ricevute per un periodo di tre mesi, tra l’11 dicembre 2020 (data in cui la Fda ha autorizzato il vaccino per l’uso di emergenza) e il 28 febbraio 2021. Le segnalazioni provengono sia dagli Stati Uniti che da altri Paesi e sono di diverso tipo: casi segnalati alle autorità sanitarie nazionali, alla stessa casa farmaceutica e report clinici di possibili reazioni avverse e altro.
Sempre a pagina 5 e in quella successiva viene spiegata la metodologia utilizzata e quali limiti di lettura presentano le segnalazioni: sono influenzabili da diversi fattori esterni, in alcuni casi si tratta di informazioni incomplete e sono state raccolte anche indipendentemente dalla valutazione del nesso di causalità tra l’evento avverso e la somministrazione del vaccino.
Inoltre, la stessa Pfizer nel documento precisa che «una raccolta di segnalazioni di eventi avversi non indica necessariamente che un particolare evento è stato causato dal farmaco; piuttosto, l’evento può essere dovuto a una malattia pregressa o a qualche altro fattore». Questo significa che le segnalazioni di possibili eventi avversi contenute nel documento non indicano un rapporto certificato di causa ed effetto con la somministrazione del vaccino Pfizer.