No, il Parlamento tedesco non sta considerando di inserire la pedofilia tra le identità di genere - Facta
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No, il Parlamento tedesco non sta considerando di inserire la pedofilia tra le identità di genere

Il 4 ottobre 2024 è stato condiviso su X lo screenshot di un articolo pubblicato il 28 settembre 2024 dal blog Femistpost intitolato “In Germania il Parlamento valuta la richiesta di considerare la pedofilia un’identità di genere”. Il sottotitolo recita: “L’emendamento è stato presentato dal gruppo pro-pedofilia Krumme-13 ed ora passerà all’esame di una commissione. A sostegno del voto Socialdemocratici, Partito Liberale Democratico e Verdi”. 

L’articolo in questione diffonde una notizia presentata in maniera fuorviante.

Il 14 febbraio 2021 Dieter Gieseking, fondatore del blog Krumme13 (prende il nome dal suo gruppo che promuoveva la pedofilia e sciolto nel 2003) ha presentato al Parlamento tedesco (Bundestag) la petizione intitolata “Diritti dei bambini e identità sessuale nella Costituzione”. Le firme della petizione erano state raccolte sulla piattaforma online openPetition. Dieter Gieseking in passato è stato in carcere per aver gestito un’attività di vendita di materiale pedopornografico e altri reati simili.

In Germania ogni persona ha il diritto di presentare richieste o reclami per iscritto alle autorità competenti e al Parlamento, individualmente o insieme ad altri. L’unico requisito, spiega il Parlamento tedesco, è che la petizione sia presentata per iscritto o online utilizzando il modulo apposito e indicando l’indirizzo di residenza. Il contenuto di ogni petizione viene esaminato e trattato in conformità ai principi procedurali della Commissione delle petizioni, si legge sul sito del Bundestag, che «attribuisce grande importanza al trattamento di tutte le petizioni con la stessa attenzione, indipendentemente dalla loro pubblicazione e dal numero di firme».

Come spiegato in un’email a Facta dallo stesso promotore della petizione, Dieter Gieseking, il servizio petizioni del Parlamento ha separato la petizione in due, quella sui «diritti dei bambini» e quella «sull’identità sessuale», essendo due argomenti diversi. 

La prima, racconta Gieseking, faceva parte di una petizione collettiva per l’inclusione dei diritti dei bambini in Costituzione, ma la sua richiesta prevedeva nel dettaglio che venisse considerato il diritto all’autodeterminazione sessuale dei bambini. La petizione collettiva è stata discussa dal Bundestag a ottobre 2023, che ha girato la questione ai gruppi parlamentari (precisando in una lettera visionata da Facta che non tutti gli aspetti presentati saranno affrontati nel dettaglio), ma ad oggi non ha avuto riscontri legislativi.

La seconda petizione, ovvero quella citata da FeministPost, chiedeva l’inserimento in Costituzione della «minoranza sessuale dei pedofili» tra le categorie da proteggere, insieme alle persone omosessuali/queer, «essendo un’identità di genere», racconta ancora il promotore Dieter Gieseking. La Commissione delle petizioni ha mandato il quesito al Bundestag, ma tutti i partiti, come riferito da Gieseking e confermato a Facta dall’ufficio stampa del Parlamento, hanno votato negativamente il 26 settembre 2024, facendo concludere così il percorso della petizione. I Socialdemocratici, il Partito Liberale Democratico e i Verdi non erano quindi a favore della proposta della petizione, al contrario di quanto si legge nel post analizzato.

Precisiamo che i documenti ufficiali relativi alla petizione non si trovano online perché non sono stati pubblicati dal Parlamento.

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