Non è vero che un uomo è stato assolto dall’accusa di atti osceni in luogo pubblico «perché era domenica» - Facta
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Non è vero che un uomo è stato assolto dall’accusa di atti osceni in luogo pubblico «perché era domenica»

Il 25 agosto 2024 è stato pubblicato su TikTok un video in cui una donna legge ad alta voce il titolo di un articolo di giornale, riportato in sovraimpressione: “Si masturbò sul pullman, assolto perché era domenica”. 

La notizia è presentata senza il contesto necessario alla sua comprensione. Andiamo con ordine

Il fatto risale alla mattina di domenica 16 marzo 2018, sulla corriera delle 7.45 che viaggiava tra Canazei e Trento. L’uomo, un 38enne di origine nigeriana che viveva e lavorava in Val di Fassa con regolare permesso di soggiorno, era stato scoperto a masturbarsi sul pullman ed era stato filmato da alcuni passeggeri.

Rintracciato subito dai carabinieri, all’epoca dei fatti, l’uomo si era dichiarato colpevole. Come riporta la testata locale Il Dolomiti, «era stata da subito esclusa qualsiasi pericolosità sociale […] mentre da subito ribadita la necessità di cure e assistenza». 

L’articolo 527 del codice penale, relativo agli atti osceni in luogo pubblico, recita: «Chiunque, in luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico, compie atti osceni è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 30.000». Quindi, compiere atti osceni in luogo pubblico è un illecito amministrativo ed è soggetto a sanzione pecuniaria.

Tuttavia, lo stesso articolo prevede anche «la pena della reclusione da quattro mesi a quattro anni e sei mesi se il fatto è commesso all’interno o nelle immediate vicinanze di luoghi abitualmente frequentati da minori e se da ciò deriva il pericolo che essi vi assistano». Per questo motivo l’uomo era stato inizialmente condannato a tre mesi di reclusione da scontare ai domiciliari.
In secondo grado, tuttavia, la Corte d’appello ha stabilito che il pullman su cui è avvenuto il fatto non poteva essere «abitualmente frequentato da bambini», poiché gli eventi si erano verificati di domenica mattina alle ore 7.45. L’uomo era dunque stato prosciolto poiché era caduta l’aggravante penale che avrebbe potuto spingere la condanna fino a 4 anni e 6 mesi di reclusione, e non perché «era domenica».

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