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Il Partito Democratico americano non vuole estendere l’aborto «fino al nono mese» e oltre 

Il Partito Democratico americano non vuole estendere l’aborto «fino al nono mese» e oltre 

11 settembre 2024
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L’11 settembre 2024 l’ex senatore della Lega Simone Pillon ha pubblicato su X un post in cui si legge che «l’aborto che per i democratici va praticato senza limiti fino al nono mese anche dopo la nascita del bambino». Il post è accompagnato da un video in cui si sente Donald Trump dire, in inglese, che «i democratici sono radicali su questa cosa» e che secondo loro «l’aborto al nono mese va assolutamente bene». 

La notizia è falsa. 

Il video è un estratto (dal minuto 00:48 di questo video) del dibattito presidenziale tra il candidato repubblicano Donald Trump e la candidata democratica Kamala Harris, svoltosi a Philadelphia nella notte italiana tra il 10 e l’11 settembre 2024. 

Nella sua argomentazione, Trump si riferiva apparentemente a una dichiarazione dell’ex governatore democratico della Virginia Ralph Northam. Nel 2019, Northam era finito al centro di una polemica politica nata da una lettura fuorviante di sue dichiarazioni sull’aborto durante la fase avanzata della gravidanza. Northam era stato accusato di essere a favore dell’infanticidio, per via di una sua affermazione riguardante un progetto di legge, poi bocciato, che avrebbe alleggerito le restrizioni per gli aborti del terzo trimestre. In realtà, già all’epoca un portavoce del governatore aveva dichiarato che Northam non aveva mai fatto riferimento a una possibile «eutanasia di bambini nati dopo un aborto fallito», ma a un «caso tragico ed estremamente raro in cui una donna con una gravidanza non vitale o gravi anomalie fetali è entrata in travaglio».

Come verificato in tempo reale nel corso del dibattito tra Trump e Harris dalla giornalista Linsey Davis di ABC News «non c’è alcuno Stato in questo Paese [ndr: gli Stati Uniti] dove è legale uccidere un bambino dopo la nascita». L’affermazione infondata sugli aborti “dopo la nascita” era già stata verificata nel 2023 dai colleghi di PolitiFact. Un report di febbraio 2024 della ONG statunitense KFF, che si focalizza sulle politiche sanitarie, ha confermato che gli aborti “dopo la nascita” sono illegali in tutti gli Stati USA. 

L’espressione “aborto dopo la nascita” ha iniziato a diffondersi dal 2013 dopo la pubblicazione di un articolo scientifico criticato da esponenti di destra e dal mondo cattolico. Gli autori, Alberto Giubilini e Francesca Minerva, riflettevano sull’aspetto etico riguardante la possiblità di “aborto dopo la nascita”, «espressione usata per indicare la possibilità di equiparare un neonato a un feto, cui potrebbe essere tolta la vita per le stesse ragioni per cui le nostre società contemplano la legittimità dell’aborto», spiegava in un articolo il Post. Tra le argomentazioni, venivano citate malattie gravi che non vengono sempre diagnosticate prima della nascita, e che giustificherebbero tale scelta. La definizione è finita poi per essere riutilizzata in maniera ingannevole dai gruppi anti-abortisti che cercano di equiparare tale intervento a un aborto volontario, ha ricostruito PolitiFact.

Al momento, solo in Belgio esiste una legge che prevede a determinate condizioni l’eutanasia senza restrizioni di età. Non ci sono riscontri di alcuno Stato al mondo in cui questa possibilità sia garantita. 

Negli Stati Uniti, secondo le statistiche sull’anno 2021 dei Centers for Diseases Control and Prevention (CDC) – l’agenzia di salute pubblica -, l’80,8 per cento degli aborti è stato effettuato entro le 9 settimane di gestazione, e il 93,5 per cento entro la 13esima settimana. Si tratta quindi del primo trimestre di gravidanza. Sono stati eseguiti meno aborti, invece, tra la 14esima e la 20esima settimana (il 5,7 per cento) e oltre la 21esima settimana (0,9 per cento). A questo proposito, il report di KFF ha dimostrato che gli aborti tardivi, oltre ad essere costosi e offerti da un numero relativamente basso di strutture, spesso avvengono a causa di complicazioni mediche come «anomalie fetali o pericolo di vita per la madre, nonché ostacoli all’assistenza che causano ritardi nell’ottenere un aborto».

Inoltre, nel Democratic Party Platform – un documento che delinea i principi, le politiche e gli obiettivi del partito – si legge che l’obiettivo del Partito democratico è «ripristinare i diritti riproduttivi strappati da Trump» con l’annullamento della sentenza Roe vs. Wade, e «rafforzare l’accesso alla contraccezione così che ogni donna che la necessiti possa permettersela». Non c’è alcun riscontro di una volontà da parte dei democratici di rendere l’aborto “senza limitazioni” negli Stati Uniti.

Precisiamo poi che al momento, come afferma una ricerca di luglio 2024 dell’ONG Guttmacher Institute, 41 Stati degli USA hanno divieti di aborto salvo alcune eccezioni (ad esempio, pericolo di vita per la donna incinta). Tra questi, 14 Stati hanno emanato divieti quasi totali di aborto. 

Già a giugno 2024 l’ex presidente Donald Trump aveva fatto affermazioni false sugli aborti in gravidanza tardiva durante un dibattito con il presidente Joe Biden, allora candidato democratico alle presidenziali statunitensi di novembre. Affermazioni simili da parte di Trump risalgono addirittura al 2016, nel dibattito presidenziale tra il candidato repubblicano e la candidata democratica Hillary Clinton. 

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