Logo
Questa attivista climatica non credeva che il mondo sarebbe finito nel 2025

Questa attivista climatica non credeva che il mondo sarebbe finito nel 2025

7 gennaio 2025
Condividi
  • A gennaio 2025 è stata riportata alla luce la protesta di un’attivista climatica che nel 2022 credeva «che mancassero 1028 giorni alla fine del mondo» perché sulla maglietta aveva scritto «ci rimangono 1028 giorni».
  • L’atto di protesta è stato eseguito a giugno 2022 durante un torneo di tennis in Francia, ma il significato del messaggio portato dalla ragazza non faceva riferimento a una fine del mondo entro il 2025.
  • I “1028 giorni” rappresentavano il limite temporale entro il quale le emissioni di gas serra dovevano aver già raggiunto il loro picco per poi iniziare a essere ridotte drasticamente per poter limitare il riscaldamento globale.

Il 2 gennaio 2025 è stata condivisa su X la foto di una ragazza in ginocchio su un campo da tennis con indosso una maglietta bianca con scritto, in inglese, «ci rimangono 1028 giorni». Secondo chi l’ha pubblicata, la foto sarebbe «stata scattata il 4 giugno 2022, 942 giorni fa», e la ragazza «credeva davvero che mancassero 1028 giorni alla fine del mondo». «Alla scadenza, tra tre mesi, non sarà successo nulla», commenta l’autore del post, «ma, nel frattempo, come altri coetanei, avrà vissuto in ansia», alludendo al fatto che le nuove generazioni provino più rabbia, ansia e senso di colpa per gli effetti del cambiamento climatico.

Si tratta di una notizia fuorviante.

La scena risale al 3 giugno 2022, quando allo stadio Roland Garros di Parigi, in Francia, un’attivista climatica francese del movimento Dernière Rénovation era entrata in campo interrompendo la semifinale del torneo di tennis Open di Francia, disputata tra Marin Cilic e Casper Ruud. L’attivista si era legata all’estremo della rete del campo da tennis per poi mettersi in ginocchio e mostrare la maglia bianca che indossava con scritto, in inglese, «ci rimangono 1028 giorni»; dopo 15 minuti l’attivista era stata portata via dagli agenti della sicurezza ed era stata trattenuta dalla polizia per 40 ore.

«È stato un atto di disperazione», aveva spiegato all’epoca l’attivista. «Volevo aprire gli occhi degli spettatori sulla realtà che moriremo tutti se non facciamo qualcosa per la crisi climatica». La scritta sulla maglietta però non voleva indicare che «la fine del mondo» sarebbe avvenuta entro tre anni; il riferimento riguardava le conclusioni del rapporto di aprile 2022 dell’IPCC, il gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni unite, secondo cui per limitare il riscaldamento globale a circa 1,5°C e i suoi effetti disastrosi, «è necessario che le emissioni globali di gas serra raggiungano il loro picco al massimo entro il 2025, e che siano ridotte del 43 per cento entro il 2030». Un obiettivo che è stato raggiunto dagli Stati Uniti e dall’Unione eurepa, e che potrebbe essere raggiunto da altri Paesi, come la Cina.

L’IPCC ha sottolineato che sono necessarie «riduzioni immediate, rapide e su larga scala delle emissioni di gas serra» per limitare il riscaldamento globale a 1.5°C e anche a 2°C.

Come abbiamo ampiamente spiegato su Facta e sulla nostra newsletter climatica A Fuoco, negli ultimi anni stiamo assistendo a diversi eventi estremi che sarebbero praticamente impossibili senza l’influenza delle emissioni di gas serra sul clima.

Potrebbero interessarti
Segnala su Whatsapp