Il 18 settembre 2023 la redazione di Facta.news ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare un post pubblicato su Facebook tre giorni prima. Nel testo si legge che «il prof. Roberto Burioni nel suo libro mira a demolire l’omeopatia», ma studi successivi avrebbero dimostrato come la teoria del virologo sarebbe «completamente sbagliata».
In particolare, Burioni avrebbe portato a sostegno della sua teoria «lo studio del 2015 dell’Australian National Health and Medical Research Council (Nhmrc) in cui si dichiarava che l’omeopatia non avesse alcuna efficacia terapeutica». Nel post si legge ancora che «recentemente (agosto 2019) la giustizia australiana ha dichiarato che gli studi del 2015 erano stati falsati». Secondo chi ha pubblicato il contenuto, lo studio citato da Burioni sarebbe quindi una truffa e questo legittimerebbe l’autorevolezza della pratica omeopatica.
Si tratta di un contenuto fuorviante, che veicola una notizia falsa.
Prima di tutto precisiamo che per prodotto omeopatico si intende un “medicinale” che contiene un principio attivo altamente diluito, impercettibile anche tramite analisi chimico-fisica. Secondo l’Istituto superiore di sanità (ISS) questo medicinale non ha valore scientifico, quindi è considerato un placebo.
Successivamente è importante chiarire che il contenuto oggetto di analisi è stato pubblicato in origine su Facebook nell’ottobre 2019 da Stefano Manera, medico e omeopata.
Il virologo e immunologo Roberto Burioni nel capitolo 9 del suo libro “Omeopatia. Bugie, leggende, verità” cita effettivamente il lavoro di ricerca svolto dal National Health and Medical Research Council, l’ente del governo australiano che si occupa della ricerca medica. In particolare, il virologo riporta quanto affermato nel 2015 dal Nhmrc in un comunicato sull’omeopatia: «Non c’è nessuna malattia e non esiste nessuna condizione clinica per cui risultino prove affidabili in grado di dimostrare l’efficacia dell’omeopatia». Dunque, aggiunge Burioni, «l’omeopatia non ha alcuna efficacia», precisando che «quando lo studio è fatto bene, l’omeopatia non funziona. Quando l’omeopatia pare funzionare, lo studio è fatto male».
Per aiutare i nostri lettori a capire, precisiamo che nel 2012 il Nhmrc ha redatto una review sull’omeopatia, ovvero una raccolta di ricerche scientifiche che, però, non è mai stata pubblicata. Come spiegato in una nota del 20 agosto 2019 della professoressa Anne Kelso, amministratrice delegata del Nhmrc, «il rapporto del 2012 è stato commissionato per valutare le prove scientifiche sull’efficacia dell’omeopatia nel trattamento di diverse condizioni cliniche, ma sempre nel 2012 l’accordo tra l’Nhmrc e l’appaltatore è stato interrotto ». Il rapporto, si legge ancora, «non è stato approvato dal comitato di esperti sull’omeopatia ed è rimasto in qualità di bozza, quindi non valida ai fini scientifici». La mancata pubblicazione del documento ha avuto dunque delle motivazioni puramente tecniche, che non hanno nulla a che fare con il contenuto della pubblicazione.
Successivamente, il Nhmrc ha assunto un secondo revisore per analizzare le recensioni sistematiche pubblicate e la letteratura presentata in merito all’omeopatia, e questo ha portato nel 2015 alla pubblicazione di un nuovo documento ufficiale informativo sull’efficacia dell’omeopatia.
Sulla base di questo nuovo documento, l’ente del governo australiano ha dichiarato tramite una nota intitolata “Statement on Homeopathy” (in italiano, “Dichiarazioni sull’omeopatia”) che «in base alla valutazione delle prove sull’efficacia dell’omeopatia, l’Nhmrc conclude che non esistono condizioni di salute per le quali ci siano prove affidabili dell’efficacia dell’omeopatia» e che «le persone che scelgono questa pratica potrebbero mettere a rischio la propria salute se rifiutano o ritardano trattamenti per i quali esistono buone prove di sicurezza ed efficacia».
Queste ultime parole sono esattamente quelle citate da Burioni nel suo libro.
A differenza di quanto sostenuto da Manera, non c’è stato alcun processo giudiziario che ha dichiarato falsi gli studi del 2015. Lo stesso governo australiano utilizza ufficialmente i documenti citati in precedenza al fine di autorizzare l’uso dell’omeopatia e avvertire i cittadini e le cittadine che tale pratica potrebbe mettere a rischio la loro salute, sottolineando che «l’omeopatia non dovrebbe essere utilizzata per trattare condizioni di salute che sono croniche, gravi o potrebbero diventare gravi».