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Gli art. 106 e 107 della Carta delle Nazioni unite non giustificano l’invasione Russa dell’Ucraina

Gli art. 106 e 107 della Carta delle Nazioni unite non giustificano l’invasione Russa dell’Ucraina

9 novembre 2022
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Il 1° novembre 2022 su Facebook è stato pubblicato un post in cui si afferma che gli articoli 106 e 107 della Carta delle Nazioni unite darebbero ragione alla Russia per aver avviato una guerra d’invasione dell’Ucraina lo scorso 24 febbraio.

Il motivo risiederebbe nel fatto che la Russia, «in quanto legittima erede del vincitore della Seconda guerra mondiale», avrebbe «il diritto di prendere tutte le misure, comprese quelle militari, contro Germania, Ungheria, Austria, Romania, Bulgaria, Finlandia, Croazia, Slovenia, Repubblica Ceca, Lettonia, Estonia, Lituania e Ucraina per aver tentato di far rivivere il nazismo». La Russia, si conclude il post, «HA IL DIRITTO DI PUNIRE I NAZISTI OVUNQUE (secondo la Carta dell’ONU)».

Il riferimento è all’Unione sovietica (di cui la Russia sarebbe erede storica) che nel 1945 insieme agli Alleati ha vinto la seconda guerra mondiale contro le potenze dell’Asse, tra cui la Germania nazista. 

Il contenuto oggetto della nostra analisi veicola una notizia falsa, basata su una lettura errata degli articoli della Carta delle Nazioni unite. Vediamo perché.

Innanzitutto, la Carta (o Statuto) delle Nazioni unite è il trattato istitutivo dell’organizzazione intergovernativa mondiale: è stata redatta il 26 giugno 1945 a San Francisco (Stati Uniti), occasione in cui è stata fondata l’Organizzazione delle Nazioni unite (Onu), sulla base della precedente Società delle Nazioni, con lo scopo di di preservare la pace e la sicurezza collettiva grazie alla cooperazione internazionale.  La Carta, composta da un preambolo e da 19 capitoli, è entrata in vigore il 24 ottobre dello stesso anno, data che sancisce a tutti gli effetti l’inizio dell’attività delle Nazioni unite. Allora erano 51 gli Stati coinvolti, oggi sono 193. La Carta contiene al suo interno una serie di disposizioni vincolanti per gli Stati membri e la struttura normativa dell’organizzazione è articolata attorno a diversi organi, quali il Consiglio di sicurezza, l’Assemblea generale, il Consiglio economico e sociale e quello di amministrazione fiduciaria, il Segretariato e la Corte internazionale di giustizia..

I due articoli citati nel post oggetto di analisi, il 106 e il 107, costituiscono il capitolo XVII della Carta, intitolato “Disposizioni transitorie di sicurezza”. 

L’articolo 106 stabilisce che «gli Stati partecipanti alla Dichiarazione delle Quattro Nazioni, firmata a Mosca, il 30 Ottobre 1943» (cioè Stati Uniti, Regno Unito, Unione sovietica e Cina) e «la Francia» si consultino tra loro e con altri membri delle Nazioni Unite, quando lo richiedano le circostanze, «in vista di quell’azione comune necessaria al fine di mantenere la pace e la sicurezza internazionale». Ciò significa che in caso si presentino determinati eventi di pericolo, questi Stati si confronteranno per decidere come agire così da mantenere la pace e la sicurezza internazionale. Questa disposizione, continua l’articolo 106, è prevista fino all’entrata in vigore degli «accordi speciali di cui all’articolo 43» della Carta, con i quali i membri delle Nazioni Unite si impegnano a mettere a disposizione del Consiglio di sicurezza le proprie forze armate. 

L’articolo 107, d’altra parte, prevede che nessuna disposizione scritta nella Carta possa impedire un’azione, «come conseguenza di quella guerra», da parte dei governi nei confronti «di uno Stato che nella seconda guerra mondiale sia stato nemico di uno dei firmatari del presente Statuto». Questo però non significa che la Russia abbia «il diritto di prendere tutte le misure, comprese quelle militari» contro diversi Paesi «per aver tentato di far rivivere il nazismo», come erroneamente sostenuto nel post oggetto di analisi. 

Contattato dai colleghi di Afp, Mathias Forteau, professore di diritto pubblico all’Università di Nanterre di Parigi, membro del Centro di diritto internazionale di Nanterre (Cedin) eletto anche alla Commissione di diritto internazionale delle Nazioni Unite per il periodo 2023-2027, ha chiarito che «questa interpretazione degli articoli 106 e 107 della Carta non ha senso». Forteau ha spiegato che l’articolo 107 fa riferimento alla seconda guerra mondiale e alle azioni compiute come conseguenza «di quella guerra». L’esperto ha precisato che l’invasione militare dell’Ucraina da parte della Russia non ha nulla a che fare con la seconda guerra mondiale. 

Inoltre, sempre ad Afp, Alexandra Novosseloff, ricercatrice associata di scienze politiche al Centro Tucidide (Centre Thucydide) dell’Università di Parigi-Panthéon-Assas e specialista del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, ha spiegato che i due articoli della Carta riguardano una situazione che non esiste più, cioè quella «tra l’entrata in vigore della Carta (dopo la ratifica da parte degli Stati) e l’istituzione di disposizioni che consentano l’unione delle forze (articolo 43)». Proprio su questo aspetto, l’Assemblea generale della Nazioni unite aveva approvato nel 1995, con voto favorevole anche da parte della Russia, una risoluzione in cui si affermava espressamente che l’articolo 107 è diventato obsoleto. 

Patrick Rosenow, caporedattore della rivista delle Nazioni Unite, contattato dal sito di fact-checking tedesco Correctiv, ha aggiunto che la soppressione dell’articolo 107, come anche del 106, è stata proposta più volte nell’Assemblea generale delle Nazioni unite in quanto non più attuali, ma finora non è mai stata approvata perché si tratta di un processo molto difficile e lungo.

Infine, precisiamo che nel post oggetto di analisi vengono citati, in riferimento agli articoli 106 e 107, la Slovenia, la Croazia e l’Ucraina. Non ha però alcun senso indicare questi Paesi perché nel 1945, quando la Carta delle Nazioni Unite è stata firmata ed è entrata in vigore, non esistevano. All’epoca infatti la Croazia e le Slovenia erano ancora all’interno della federazione jugoslava (la Croazia divenne indipendente nel 1991, così come la Slovenia). L’Ucraina nel 1945 faceva parte dell’Unione Sovietica che, come abbiamo visto, firmò la Carta delle Nazioni Unite. È quindi impossibile considerare il Paese ucraino uno Stato nemico in base a quanto scritto nell’articolo 107 della Carta. L’Ucraina divenne uno Paese indipendente nel 1991.

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