L’11 luglio 2023 la redazione di Facta.news ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare un contenuto pubblicato su Twitter il 10 luglio 2023. Nel tweet si legge che a Napoli nel 1973 l’infezione da colera avrebbe provocato 24 vittime «in una regione con 5 milioni di abitanti». L’autore del post mette in dubbio l’esistenza della malattia e riferisce che «per 24 vittime hanno marchiato il braccio ad una popolazione di scemi». Nel tweet è presente un’immagine che mostra un braccio con una macchia scura sulla pelle che, secondo chi ha condiviso il post, sarebbe la prova della vaccinazione contro il colera.
Si tratta di una notizia falsa che presenta informazioni fuorvianti e scientificamente prive di riscontro.
Innanzitutto, precisiamo che quello mostrato dalla foto utilizzata dall’autore del post è il segno lasciato dal vaccino per il virus del vaiolo, somministrato agli italiani nati negli anni Sessanta e Settanta. Questa macchia è dovuta alla tipologia di vaccino che conteneva il virus attenuato, incapace di provocare la malattia del vaiolo. Il vaccino anti-vaiolo veniva somministrato per scarificazione, una tecnica medica che consisteva nel lesionare la pelle con un ago biforcuto. Dopo diversi giorni veniva a crearsi un crosta purulenta che cadendo lascia una cicatrice tipica di chi è stato vaccinato. Quindi è possibile affermare che la foto condivisa nel tweet in analisi non ha alcun legame con l’epidemia di colera del 1973.
In quell’anno la città di Napoli è stata, infatti, colpita da un’epidemia di colera, una malattia che deriva dal batterio Vibrio cholerae, in particolare biotipo “El Tor”, che si caratterizza per la sua rapida diffusione e può provocare diarrea grave e disidratazione. Il colera è considerato una malattia delle aree con condizioni igieniche precarie, come ad esempio zone con scarse risorse idriche e servizi sanitari inadeguati. La trasmissione del colera avviene, infatti, principalmente attraverso l’ingestione di acqua o cibo crudi o poco cotti contaminati dal batterio.
Le cause dell’infezione che ha colpito Napoli nel 1973, secondo la rivista scientifica statunitense The journal of environmental health (JEH), sono riconducibili a una scarsa efficienza delle infrastrutture fognarie della città che, a causa dell’elevato numero di residenti nelle zone balneari, avrebbero riversato in mare grandi quantità di rifiuti contenenti il batterio in questione. Morirono 15 cittadini napoletani su 119 casi di infezione.
In quell’occasione, la marina militare statunitense, in collaborazione con la sanità italiana, associazioni e circoli locali, si era resa disponibile a somministrare il vaccino per il colera, coinvolgendo circa 900 mila abitanti, ovvero circa l’80 per cento della popolazione di Napoli nel 1973, e non 5 milioni come erroneamente citato dall’autore del post. Questo ultimo dato si riferisce, invece, agli abitanti dell’intera regione Campania.