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La possibile correlazione tra trombosi e vaccino anti-Covid di Astrazeneca non è una novità

La possibile correlazione tra trombosi e vaccino anti-Covid di Astrazeneca non è una novità

6 maggio 2024
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Il 2 maggio 2024 la redazione di Facta ha ricevuto diverse segnalazioni via WhatsApp che chiedevano di verificare la notizia, riportata nei giorni precedenti da alcune testate italiane, secondo cui «per la prima volta AstraZeneca» avrebbe ammesso in tribunale che «il proprio vaccino anti Covid può provocare trombosi rara». 

Si tratta di una notizia presentata senza il contesto necessario alla sua comprensione.

La fonte di questa notizia è un articolo del 24 aprile 2024 pubblicato dal quotidiano britannico Telegraph e intitolato: “AstraZeneca ammette per la prima volta nei documenti del tribunale che il suo vaccino Covid può causare un raro effetto collaterale”. 

La vicenda, si legge sul quotidiano, riguarda una class action contro l’azienda farmaceutica: secondo l’accusa, il suo vaccino Vaxveria avrebbe causato gravi lesioni e decessi in decine di casi. Uno dei primi casi legali era stato presentato nel 2023 da Jamie Scott, un uomo che aveva riportato una lesione cerebrale permanente dopo aver sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale in seguito alla somministrazione del vaccino di Astrazeneca nell’aprile 2021.

In una lettera di risposta inviata nel maggio 2023, scrive il Telegraph, Astrazeneca aveva dichiarato agli avvocati del signor Scott che «non accettiamo che la TTS sia causata dal vaccino a livello generico». Ma in un documento legale presentato all’Alta corte a febbraio 2024, prosegue il quotidiano britannico, Astrazeneca ha affermato che «si ammette che il vaccino AZ può, in casi molto rari, causare TTS. Il meccanismo causale non è noto», aggiungendo che «la TTS può verificarsi anche in assenza» di qualsiasi vaccino. La trombosi con trombocitopenia (TTS) è una condizione estremamente rara caratterizzata dalla formazione di coaguli di sangue e da un basso numero di piastrine. 

Astrazeneca ha dunque ammesso in tribunale un possibile rischio di trombosi con trombocitopenia legato al vaccino. Ma questa possibile complicazione compariva già da tempo nei documenti contenenti le informazioni sul vaccino.

Innanzitutto, il 18 marzo 2021 l’Agenzia europea per i medicinali (EMA), dopo aver concluso la sua revisione sulla presenza di coaguli di sangue nelle persone vaccinate con il vaccino di Astrazeneca, aveva confermato il rapporto favorevole tra benefici e rischi del vaccino. I coaguli di sangue individuati riguardavano casi rari: circa 20 milioni di persone nel Regno Unito e nello Spazio economico europeo (EEA) avevano ricevuto il vaccino al 16 marzo di quell’anno e l’EMA aveva esaminato solo 7 casi di coaguli di sangue in più vasi sanguigni (coagulazione intravascolare disseminata, DIC) e 18 casi di trombosi cerebrale dei seni venosi (Cvst).

Il 14 aprile 2021 il Comitato di farmacovigilanza (Prac) dell’EMA aveva poi aggiunto nel foglio illustrativo del vaccino Vaxveria di Astrazeneca la TTS come un nuovo possibile effetto collaterale «molto raro, potenzialmente grave», che può riguardare fino a 1 persona su 10mila.

Alcuni mesi dopo, nel settembre 2021, in un comunicato stampa la società farmaceutica aveva scritto che «sono stati segnalati casi di trombosi con trombocitopenia (TTS) in un piccolo numero di persone. La diagnosi precoce consente un trattamento adeguato di questi eventi e non vi è alcun aumento del rischio di TTS alla seconda dose, rispetto ai tassi previsti nella popolazione generale». 

A livello sanitario, quindi, l’affermazione di Astrazeneca al tribunale non rappresenta una novità, in quanto la TTS era già elencata tra le rare possibili reazioni avverse del vaccino.

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