Il 24 giugno 2021 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di verificare le informazioni contenute in un articolo pubblicato il giorno precedente dal blog Memento Ius, sito web in cui compaiono numerosi esempi di disinformazione a tema vaccini e Covid-19. L’articolo oggetto della nostra segnalazione si intitola “Crisanti confessa: abbiamo usato gli italiani come cavia… milioni di persone sono ora in pericolo?”.
Nell’articolo si legge che il professore ordinario di microbiologia all’Università di Padova, ospite della trasmissione di La7 Tagadà, avrebbe ammesso che «i vaccini sono sperimentali, che ai cittadini non è stata detta la verità sui rischi e che quindi, ognuno di essi è stato usato come cavia». L’articolo descrive Crisanti come «una sorta di pentito del sistema».
Si tratta di una notizia falsa.
La presunta dichiarazione di Crisanti è andata in onda il 14 giugno 2021 durante la trasmissione del primo pomeriggio di La7 Tagadà ed è disponibile a questo link. Dal minuto 00:35, Crisanti spiega che «il vaccino Astrazeneca è stato vittima di una campagna di comunicazione disastrosa che parte dal momento in cui io ho detto che per vaccinarsi bisognava avere il conforto dei dati». Secondo il microbiologo, autorità sanitarie e governi non avrebbero sufficientemente informato la popolazione del fatto che «i vaccini sono stati autorizzati in via emergenziale» e che dunque «via via che si accumulavano i dati le indicazioni cambiavano».
Crisanti conclude spiegando: «Questo è stato il primo errore: ai cittadini non è stata detta la verità, ovvero che questi sono vaccini autorizzati in via emergenziale sulla base di dati preliminari, perché 30 mila persone non ricapitolano tutta la diversità genetica della popolazione e la stratificazione in termini di età e patologie che possono influire sulla risposta».
Nell’intervento di Crisanti non compare la parola “cavie”, ma una critica alla strategia comunicativa adottata durante la campagna vaccinale. L’assenza di ogni riferimento critico verso il processo di sperimentazione e autorizzazione dei vaccini diventa chiara al minuto 01:36, quando la conduttrice Tiziana Panella chiede: «Quindi un pezzo di sperimentazione era la vaccinazione di massa?». Crisanti risponde spiegando che «questo è normale» e che il problema è dunque meramente comunicativo.
Come abbiamo spiegato in numerosecircostanze, una parte essenziale di ogni processo di sperimentazione farmaceutica è quella relativa alla farmacovigilanza: è la cosiddetta “fase 4” di studio clinico, che include la sorveglianza attiva degli eventi avversi, definiti dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) come «qualsiasi evento sfavorevole di natura medica che si osserva dopo una vaccinazione e che non necessariamente presenta una relazione causale con essa, ma che richiede ulteriori approfondimenti». Una volta distribuito, insomma, il vaccino continua ad essere tenuto d’occhio, così da poter affrontare in tempo reale qualsiasi criticità non emersa durante i test clinici. Questo non è affatto un «pericolo», come viene invece definito nell’articolo oggetto della nostra verifica, ma un prezioso strumento a disposizione delle autorità sanitarie per tutelare la salute pubblica.