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No, la Garante dell’infanzia dell’Umbria non ha legittimato il «sesso con animali»

No, la Garante dell’infanzia dell’Umbria non ha legittimato il «sesso con animali»

5 luglio 2024
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Il 4 luglio 2024 è stato pubblicato su X lo screenshot di un articolo dal titolo “La Garante dell’Infanzia: apre al sesso con animali”. L’autore del post ha commentato il contenuto con la didascalia: «Pensavo fosse una fake. Poi ho letto l’articolo su Ansa». 

Si tratta di un contenuto fuorviante, che veicola una notizia falsa.

Il riferimento è alle posizioni della Garante dell’infanzia della regione Umbria Maria Rita Castellani, che il 5 luglio 2021 aveva pubblicato un editoriale su UmbriaOn. Nell’editoriale  Castellani presentava le sue opinioni sul ddl Zan, un disegno di legge presentato all’epoca dal deputato del Partito democratico, Alessandro Zan, che promuoveva «misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità», poi bocciato il 27 ottobre 2021 in Senato.

Nell’editoriale, tra le altre cose, la Garante aveva detto che per via del ddl Zan «si potrà scegliere l’orientamento sessuale verso cose, animali, e/o persone di ogni genere e, perché no, anche di ogni età, fino al punto che la poligamia come l’incesto non saranno più un tabù, ma libertà legittime». 

Come si evince dall’editoriale stesso, tale dichiarazione è una deduzione iperbolica tratta dal punto d dell’art. 1 del ddl Zan, che recita: «Per identità di genere si intende l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione». Secondo la Garante, come riportato da Umbria24, questo sarebbe un riferimento alla presunta volontà di «rendere tutti “fluidi” e non più distinguibili, tra maschio, femmina e altre “58 identità distinte”». Quindi, la Garante dell’infanzia Maria Rita Castellani non legittima il «sesso con animali», ma nel 2021, con quell’espressione, aveva criticato il DDL Zan. 

All’epoca di tali dichiarazioni, l’associazione no-profit umbra Omphalos LGBTI si era unita ad altre 50 e più associazioni del territorio regionale nel sottoscrivere una lettera di protesta contro Castellani. Tra le altre cose, nella lettera si affermava che la Garante aveva descritto «una realtà fantascientifica, inesistente nel mondo delle cose concrete e non scritta nel Ddl Zan». La lettera, firmata da oltre 300 tra professionisti, accademici e privati cittadini, chiedeva alla presidente della regione Donatella Tesei di «revocare l’incarico alla Garante per le gravissime affermazioni rilasciate alla stampa». In un post su Facebook, Omphalos LGBTI aveva pubblicato un post in cui si legge: «Tali esternazioni ci convincono del fatto che, proprio nell’interesse dei soggetti che è chiamata a tutelare, Castellani non sia idonea a ricoprire il ruolo di Garante». 

Le dimissioni della Garante umbra erano già state chieste anche dai consiglieri dei gruppi di minoranza dell’Assemblea legislativa, PD, civici e M5S. Maria Rita Castellani non si era dimessa ed è tuttora, a luglio 2024, l’autorità garante dell’infanzia per la regione Umbria.

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