A dicembre 1979, la copertura di ghiaccio marino antartico raggiungeva i 9.2 milioni di chilometri quadrati. A dicembre 2024, era invece di 9.5 milioni di chilometri quadrati. Si tratta, quindi, di un “aumento percentuale” del 3,26 per cento, e non del 17 per cento come sostenuto dal contenuto condiviso su TikTok.
Tuttavia, questo “aumento percentuale” va contestualizzato: infatti, bisogna sottolineare che il ghiaccio marino antartico ha un’alta variabilità da un anno con l’altro. A differenza della calotta glaciale (ossia quella che ricopre il continente dell’Antartide), in chiara diminuzione con un tasso di 137 miliardi di tonnellate metriche all’anno dal 2002, non esiste una tendenza chiara nell’estensione del ghiaccio marino antartico proprio per via della sua complessa variabilità.
Il totale del ghiaccio marino antartico, che raggiunge il suo picco massimo a settembre (alla fine dell’inverno nell’emisfero meridionale) e il picco minimo a febbraio, «dall’inizio delle osservazioni satellitari nel 1979 al 2014 è aumentato di circa l’1 per cento per decennio». Questo secondo un articolo pubblicato il 28 aprile 2021 dall’Osservatorio terrestre della Nasa, che cura pubblicazioni online per l’agenzia spaziale statunitense.
Quasi dieci anni più tardi, a marzo 2024, sempre la Nasa ha riportato che il ghiaccio marino antartico ha iniziato a diminuire drasticamente a sua volta negli ultimi anni. Nell’articolo, lo scienziato del ghiaccio marino Walt Meier del National Snow and Ice Data Center spiegava che questo cambio di rotta è avvenuto nel 2016: «la copertura del ghiaccio marino antartico è diminuita ed è rimasta in gran parte più bassa del normale. Negli ultimi sette anni abbiamo registrato tre minimi storici».
Il 20 febbraio 2024, spiega ancora la Nasa, il ghiaccio marino antartico ha raggiunto la sua minima estensione per quell’anno. In quel momento, la copertura dei ghiacci, si legge, è stata «del 30 per cento inferiore rispetto alla media di fine estate dal 1981 al 2010» ed è ridotta ai minimi storici per il terzo anno consecutivo.
Secondo gli scienziati della Nasa e del National Snow and Ice Data Center, questo declino ricorrente indica «un cambiamento a lungo termine delle condizioni dell’Oceano Meridionale, probabilmente dovuto al cambiamento climatico globale».
In generale, nonostante la variabilità dell’estensione del ghiaccio marino dell’Antartide, il ghiaccio marino globale si sta riducendo. La ricercatrice e climatologa della Nasa Claire Parkinson a febbraio 2015 aveva dimostrato, dopo aver esaminato 35 anni di dati sul ghiaccio marino, che «gli aumenti intorno all’Antartide (registrati tra il 1979 e il 2014, ndr) non compensano l’accelerazione della perdita di ghiaccio marino artico degli ultimi decenni».
Il ghiaccio marino artico, che raggiunge il suo massimo a marzo e il suo minimo a settembre, è sottoposto ad un declino generale dal 1978, come mostrato dai satelliti e spiegato in un articolo del 2021 dell’Osservatorio terrestre della Nasa. Il forte calo, spiega l’articolo, non può essere spiegato solo con i cicli di variabilità naturale come l’oscillazione artica, ma anche con l’aumento delle temperature globali che «ha contribuito a sciogliere una maggiore quantità di ghiaccio marino artico».