Il 14 marzo 2022 su Facebook è stato pubblicato un post in cui si sostiene che la giornalista Rai Giovanna Botteri avrebbe dichiarato che l’«ospedale pediatrico» di Mariupol, in Ucraina, sarebbe stato in realtà evacuato 5 mesi fa. La dichiarazione, stando al post, sarebbe avvenuta durante Fuori Tg, rubrica quotidiana del Tg3.
Il riferimento è all’attacco aereo russo che il 9 marzo 2022 ha parzialmente distrutto i reparti di pediatria e maternità dell’ospedale di Mariupol, uccidendo alcune persone (tra cui un bambino e una donna incinta). Il post è accompagnato da un’immagine che mostra Giovanna Botteri in collegamento video con sotto il titolo in sovraimpressione «Notizie a raffica» andato in onda durante la rubrica del Tg3.
Il post oggetto di analisi riprende la tesi della propaganda russa che ha sostenuto che l’ospedale bombardato sarebbe stato evacuato da tempo e che quindi i resoconti di vittime in seguito all’attacco sarebbero una messinscena.
Il contenuto oggetto di verifica veicola una notizia falsa. Giovanna Botteri non ha rilasciato una simile dichiarazione in riferimento al bombardamento dell’ospedale di Mariupol. Andiamo con ordine.
L’intervento a cui si fa riferimento il post è andato in onda l’11 marzo 2022 durante il programma Fuori Tg, come si può verificare qui (a partire dal minuto 11:01). Aprendo il link si vede Giovanna Botteri, collegata da Versailles (Francia), con sotto il titolo della puntata in sovraimpressione «Notizie a raffica», come correttamente riportato nell’immagine contenuta nel post che stiamo verificando.
Passiamo però a che cosa ha davvero detto Botteri. Nel suo intervento, l’inviata ha discusso con gli ospiti in studio della verifica delle notizie in guerra nell’era dei social e dei contenuti diffusi online. Al riguardo Botteri ha dichiarato (dal minuto 11:09): «Continuo a credere che la verifica sono i nostri occhi qui sul posto. Io porto sempre questo episodio: durante l’inizio della guerra in Iraq, dei bombardamenti, Al Jazeera dà la notizia che è stato bombardato un ospedale pediatrico, una maternità. Ci sono dei bambini morti. Noi andiamo sul posto e scopriamo che in realtà l’ospedale era stato evacuato da tre mesi. Era assolutamente deserto. Allora io credo che la verità è quella che tu vedi e che vai a verificare e quindi l’importanza dell’inviato sul posto che va, che vede, che sente, che parla, è qualcosa di fondamentale di importantissimo per la nostra democrazia».
Botteri quindi nel suo intervento non si riferiva all’ospedale di Mariupol, ma a un ospedale pediatrico in Iraq.
Precisiamo infine che l’ospedale pediatrico di Mariupol era sicuramente operativo a inizio marzo, come testimonia questo post Facebook del 2 marzo con cui l’account ufficiale della struttura chiedeva carburante «per far funzionare l’ospedale» e questo post del 1° marzo in cui una dipendente annunciava che il reparto maternità avrebbe continuato ad accogliere «tutte le donne incinte dopo la ventiduesima settimana». Esistono poi numerose foto e video di pazienti e medici immortalati tra le macerie nei minuti successivi ai bombardamenti.