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I periti di Bergamo non hanno accusato i medici di uccidere i pazienti con «una bomba di ossigeno» nei polmoni

I periti di Bergamo non hanno accusato i medici di uccidere i pazienti con «una bomba di ossigeno» nei polmoni

5 ottobre 2021
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Il 5 ottobre 2021 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare le informazioni riportate in un post pubblicato il giorno precedente su Facebook, secondo cui una «relazione peritale» (ovvero lo strumento attraverso cui il perito comunica le sue conclusioni al giudice) depositata presso il tribunale di Bergamo avrebbe testualmente affermato che «[i pazienti, ndr] Li sedavano affinché potessero essere intubati. Poi sparavano una bomba di ossigeno ed i polmoni, intasati dai trombi, scoppiavano».

Si tratta di un’informazione priva di qualsivoglia evidenza, che veicola una notizia falsa. 

Innanzitutto, la notizia di una simile perizia tecnica non è stata riportata da nessun mezzo d’informazione e non è noto alcun procedimento giuridico in corso a Bergamo riguardante i protocolli adottati da singoli medici nella cura dei pazienti affetti da Covid-19. Contattata da Facta, la cancelleria del tribunale di Bergamo ha inoltre smentito l’esistenza di una perizia tecnica di dominio pubblico contenente la frase oggetto della nostra verifica. 

Potrebbe tuttavia trattarsi di un documento non accessibile al pubblico – ciò accadrebbe, ad esempio, se la perizia fosse stata richiesta in sede di incidente probatorio – ma in quel caso ci troveremmo di fronte a una violazione dell’articolo 114 del codice di procedura penale, che non permette la diffusione «degli atti coperti da segreto o anche solo del loro contenuto».

Ad ogni modo, appare piuttosto difficile che l’estratto riportato nel post appartenga a una relazione peritale realmente esistente e questo a causa del lessico utilizzato al suo interno. Sebbene il codice di rito non fornisca alcuna indicazione circa la redazione di un testo peritale, esistono delle linee guida comunemente seguite dai periti in ambito sanitario e il riferimento alle parole «sparavano una bomba di ossigeno» e «i polmoni […] scoppiavano» è piuttosto irrituale per un testo di questo genere. 

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