Il 14 luglio 2022 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di verificare le informazioni contenute in un’immagine che accosta due screenshot. Il primo proviene da un articolo pubblicato il 30 giugno 2021 da Il Messaggero e intitolato “Pfizer e Moderna, «chi è vaccinato sarà immune per anni». L’ultimo studio degli scienziati”. Il secondo è una grafica trasmessa il 6 luglio 2022 dalla trasmissione di Rete4 Controcorrente (qui al minuto 1:23:50), che mette a confronto le statistiche riguardanti decessi e nuovi casi di Covid-19 del 6 luglio 2021 con quelli (in salita) del 6 luglio 2022.
L’accostamento tra i due screenshot intende evidenziare il presunto errore della comunità scientifica, la cui previsione di un’immunità che dura per anni sarebbe stata smentita dalle statistiche.
Si tratta di un contenuto fuorviante, che veicola una notizia falsa.
Innanzitutto, è vero che le statistiche sulla diffusione della Covid-19 in Italia sono in salita rispetto a un anno fa: il 6 luglio 2022 i nuovi casi di Covid-19 sono stati in tutto 107.786 casi a fronte di 72 decessi, mentre esattamente un anno prima i casi erano stati 907 con 24 decessi. Questi dati evidenziano in primo luogo l’efficacia dei vaccini, dal momento che i decessi sono in proporzione di molto inferiori rispetto a quelli di un anno fa.
I due periodi storici non sono comunque paragonabili, dal momento che alcune misure di contenimento erano state in vigore fino al mese di giugno 2021 (il coprifuoco era stato definitivamente abolito solo il 21 giugno, le mascherine all’aperto erano rimaste obbligatorie fino al 27 giugno).
Tra le due date esiste poi un’altra importante differenza, che ha a che fare con la campagna vaccinale: al 7 luglio 2021, infatti, le dosi di vaccino somministrate erano state 56.713.862 e la campagna procedeva a pieno ritmo. Contrariamente a quanto affermato dall’immagine, la comunità scientifica ha sempre rifiutato l’ipotesi che una dose di vaccino potesse fornire immunità «per anni». Commentando gli studi di Fase 3, la stessa Pfizer aveva spiegato che il vaccino era efficace tra il 95 e il 100 percento nel prevenire i casi gravi di Covid-19, ma che l’efficacia calava al 91,3 per cento dopo sei mesi. Proprio per questo motivo, a partire dal 27 settembre 2021 il ministero della Salute italiano, in linea con la Food and drugs (Fda) americana, ha raccomandato la dose booster (o terza dose) di vaccino, prima per gli individui fragili e poi per la restante parte di popolazione. Anche le ricerche condotte sul vaccino Moderna, l’altro citato nell’immagine oggetto della nostra verifica, hanno assicurato una forte protezione per sei mesi dalla somministrazione e raccomandato un richiamo per i mesi successivi.
La ricerca citata nell’articolo del Messaggero è stata pubblicata su Nature il 28 giugno 2021 e suggerisce che i vaccini Moderna e Pfizer possano fornire una protezione solida per almeno 12 settimane dopo la seconda dose e una protezione «di basso livello» per almeno un anno, grazie ai «centri germinali che hanno risposte prolungate dei linfociti B». Lo studio è stato condotto su 41 volontari e gli stessi autori della ricerca avevano al tempo messo in guardia dal trarre conclusioni affrettate, spiegando che «una cosa è avere questa affermazione sulla risposta immunitaria in laboratorio, un’altra cosa è studiare la durata della protezione in consistenti popolazioni di persone». Il virgolettato «chi è vaccinato sarà immune per anni» non trova riscontro nella ricerca e si tratta dunque di una semplificazione fuorviante fatta dal quotidiano italiano.