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<i></i>Il pdf sui costi «dell’assistenza sanitaria integrativa dei deputati» contiene diversi esempi di disinformazione

Il pdf sui costi «dell’assistenza sanitaria integrativa dei deputati» contiene diversi esempi di disinformazione

24 aprile 2020
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Giovedì 23 aprile la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare la veridicità di alcune informazioni contenute in un file pdf molto circolato sull’app di messaggistica istantanea, riguardante i costi «dell’assistenza sanitaria integrativa dei deputati» italiani.

Il riferimento è a un documento lungo 29 pagine, costruito come una presentazione powerpoint e intitolato «Scandaloso…Vergogna!!! I politici dovrebbero solo vergognarsi». 

L’autore del testo – rimasto anonimo – ha diviso le sue argomentazioni in due distinte sezioni. Una prima parte a tema sanitario e nella seconda si parla invece di un presunto (e segreto) aumento degli stipendi per i parlamentari. 

La prima sezione è dedicata a quella che viene descritta come «i conti» che i questori della Camera «non ci hanno voluto dare», ovvero un lungo e dettagliato elenco di trattamenti sanitari che «non vengono erogati dal sistema sanitario nazionale, ma da un’assistenza sanitaria finanziata da Montecitorio». Si riporta, ad esempio, una cifra pari a 3 milioni e 92mila euro «per spese», una di 3 milioni per «ricoveri e interventi» e un’altra di «quasi un milione di euro per fisioterapia». Tali esborsi sarebbero stati portati alla luce da una campagna di trasparenza denominata «Parlamento WikiLeaks», condotta dai Radicali Italiani.

La notizia è vera, ma risale al 2011. E non si tratta di informazioni sconosciute al grande pubblico, soprattutto perché i dati riportati nel pdf (e parte del testo con cui sono presentati i dati) sono ripresi da un articolo di Repubblica datato 11 aprile 2011 e, in quel periodo, diventato particolarmente virale.

L’informazione presentata nel documento è però incompleta, dal momento che l’assistenza integrativa in questione è parzialmente coperta dagli stessi parlamentari che versano ogni mese una quota della propria indennità pari a 526 euro mensili (nel caso dei deputati) o un contributo pari al 4,5 per cento dell’indennità lorda (nel caso dei senatori).

La seconda parte del testo si occupa invece della notizia secondo cui il parlamento avrebbe «votato all’unanimità e senza astenuti un aumento di stipendio per i parlamentari pari a circa € 1.135,00 al mese», una mozione «camuffata in modo tale da non risultare nei verbali». L’informazione, sempre secondo il pdf,  sarebbe contenuta in un «articoletto» pubblicato dal L’Espresso «qualche settimana fa».

La notizia è completamente falsa ed è un classico della disinformazione.

La sua prima attestazione risale addirittura all’anno 2001, quando su Usenet (una sorta di forum esclusivamente testuale) circolava un catena identica, ma con gli stipendi in lire.

Non esiste, oggi come 19 anni fa, alcun articolo del L’Espresso sul tema. Inoltre, la notizia di un voto «all’unanimità» per sancire l’aumento di stipendio dei parlamentari non trova riscontro in nessun articolo giornalistico o documento istituzionale.

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