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Il primo ministro australiano non ha chiesto ai «musulmani che vivono secondo la Sharia» di lasciare il Paese

Il primo ministro australiano non ha chiesto ai «musulmani che vivono secondo la Sharia» di lasciare il Paese

31 agosto 2021
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Il 31 agosto 2021 la redazione di Facta ha ricevuto via WhatsApp la richiesta di verificare le informazioni contenute in un messaggio circolato sulla app di messaggistica istantanea intitolato e «Australia dà lezione di civiltà a tutto l’occidente».

Il testo oggetto della nostra verifica è dedicato alle presunte dichiarazioni di quello che viene presentato come il primo ministro australiano John Howard, che avrebbe chiesto ai «musulmani che vogliono vivere secondo la legge della Sharia Islamica» di lasciare l’Australia «allo scopo di prevenire e evitare eventuali attacchi terroristici».

Si tratta di una notizia falsa. 

John Howard, innanzitutto, non è il primo ministro dell’Australia. Il rappresentante del partito liberale ha ricoperto la carica tra il 1996 e il 2007, quando fu sconfitto alle urne dal partito laburista di Kevin Rudd. Dal 2018 il capo del governo australiano è Scott Morrison, suo compagno di partito.

Venendo alle dichiarazioni sui musulmani che intendono vivere secondo la «legge della Sharia Islamica» (qui inteso nel significato di “legge islamica”, ma che è in realtà una complessa serie di principi etici e morali che si desumono dalla lettura e dall’interpretazione del Corano e della Sunna), queste sono state in passato attribuite anche a Julia Gillard, prima ministra australiana in carica tra il 2010 e il 2013. 

Né Howard né Gillard hanno mai rilasciato una simile dichiarazione. Come hanno spiegato in passato i colleghi di Snopes, le parole contenute nel messaggio sono per lo più tratte da un articolo scritto nel 2001 dal veterano dell’esercito americano Barry Loudermilk e pubblicato da un giornale locale della Georgia, ma contengono alcuni riferimenti al dibattito australiano riguardante una legge sulla sorveglianza delle moschee approvata nel 2005, proprio durante il mandato di John Howard.

Photo credits: Department of Foreign Affairs and Trade 

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