Il 25 agosto 2021 è stato pubblicato un tweet secondo cui il primo ministro svedese Stefan Löfven avrebbe rassegnato le dimissioni da capo del governo dopo aver ammesso il «fallimento» della strategia adottata nel Paese scandinavo per combattere il coronavirus.
Lo stesso giorno, il contenuto è stato condiviso da Walter Ricciardi – professore ordinario di Igiene all’università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza – che su Twitter ha aggiunto: «dopo le dichiarazioni del Re, il fallimento del “modello” svedese conclamato dalle dimissioni del primo ministro, una gestione catastrofica avallata dall’irresponsabile epidemiologo di Stato».
Si tratta di una notizia falsa.
Il riferimento del tweet è al cosiddetto “modello svedese”, la risposta nazionale della Svezia all’emergenza sanitaria globale che ha fatto molto discutere a causa della decisione – almeno nella fase iniziale della pandemia – di non prevedere estese restrizioni agli spostamenti o alle attività lavorative, optando per una diffusione controllata del virus in modo tale da non pregiudicare l’economia del Paese.
Il fallimento della strategia svedese per combattere il coronavirus è testimoniato dai dati, come quelli raccolti e analizzati a ottobre 2020 da Science, che evidenziano come la Svezia abbia registrato un tasso di mortalità da Covid-19 molto superiore a quella dei Paesi confinanti e culturalmente confrontabili, come Norvegia e Danimarca. A sancire il definitivo tramonto del modello svedese è stato il re Carlo XVI Gustavo, che nello scorso mese di dicembre ha pubblicamente ammesso il fallimento delle misure adottate.
Nel corso dei mesi il governo svedese ha parzialmente rivisto la sua strategia, che contempla ora la possibilità di chiudere esercizi commerciali, una gestione che ha pesantemente eroso i consensi del primo ministro Stefan Löfven: a maggio 2021 un sondaggio pubblicato dal quotidiano Aftonbladet stimava il malcontento verso il governo svedese attorno al 42 per cento. Al momento in cui scriviamo, la Svezia conta oltre 1 milione di casi e quasi 15 mila decessi, a fronte di una popolazione di poco superiore ai 10 milioni di abitanti.
Le dimissioni di Löfven non sono comunque collegate alla gestione della pandemia. Come riporta la testata online Politico, il primo ministro svedese rassegnerà ufficialmente le dimissioni nel prossimo mese di novembre, dopo aver provato senza successo a guidare una risicata maggioranza (forte di appena tre seggi parlamentari) ottenuta in Parlamento lo scorso 7 luglio. In quel caso il parere dell’assemblea si era reso necessario dopo un voto di sfiducia, seguito a un piano presentato dal governo per regolamentare i prezzi degli affitti sugli appartamenti di nuova costruzione.
La circostanza è stata confermata anche dai colleghi svedesi di Källkritikbyrån, che contattati hanno escluso ogni collegamento tra le dimissioni di Löfven e la gestione del coronavirus.