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No, l’Unione europea non ha tolto l’immunità a Ilaria Salis

No, l’Unione europea non ha tolto l’immunità a Ilaria Salis

15 novembre 2024
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  • Secondo quanto si legge su alcuni post social, l’UE avrebbe tolto l’immunità all’europarlamentare Ilaria Salis.
  • Salis in Ungheria è accusata di aver aggredito tre persone a febbraio 2023, ed è stata scarcerata dopo essere stata eletta eurodeputata a giugno dell’anno successivo.
  • L’Ungheria ha avanzato la richiesta di revoca dell’immunità, ma sul tema si deve ancora esprimere la commissione degli Affari giuridici e il Parlamento europeo.

Il 14 novembre 2024 è stata condivisa su X la presunta notizia secondo cui l’Unione europea avrebbe tolto «l’immunità diplomatica» all’europarlamentare Ilaria Salis; dunque, il primo ministro ungherese Viktor Orbán «può processarla». La notizia è accompagnata dalla foto di Orbán e Salis. 

Ilaria Salis è un’insegnante ed europarlamentare italiana che ha trascorso 15 mesi in carcere (e qualche settimana agli arresti domiciliari) in Ungheria con l’accusa di aver aggredito tre estremisti di destra a febbraio 2023, durante il periodo delle celebrazioni da parte di gruppi neofascisti del “Giorno dell’onore”, dedicato ai soldati nazisti tedeschi e ungheresi che fino alla metà di febbraio del 1945 tentarono di impedire l’assedio di Budapest da parte dell’Armata Rossa. Salis è uscita dagli arresti domiciliari grazie all’immunità parlamentare, concessale dopo essere stata eletta in Italia alle elezioni europee di giugno 2024.  

Quanto diffuso sui social è però presentato in maniera fuorviante e diffonde una notizia falsa.

Innanzitutto chiariamo che l’immunità parlamentare, come spiegato dall’Unione europea, è una garanzia per cui un deputato al Parlamento europeo può esercitare liberamente il suo mandato senza essere esposto a una persecuzione politica arbitraria. Chi ha l’immunità, quindi, è esente da ogni provvedimento di detenzione e da ogni procedimento giudiziario nel territorio di ogni Stato membro.

Il 10 ottobre 2024 l’Ungheria ha trasmesso al Parlamento europeo la richiesta di revoca dell’immunità parlamentare di Ilaria Salis. Alcuni giorni dopo, il 22 ottobre, la presidente del Parlamento Roberta Metsola ha confermato di aver ricevuto la richiesta, e di averla inoltrata alla commissione Affari giuridici, come prevede l’iter ufficiale.

Salis ha definito la richiesta di revoca dell’immunità una ritorsione per le sue critiche a Viktor Orbán avanzate durante il discorso del 9 ottobre al Parlamento europeo. «Non è una coincidenza che la trasmissione della richiesta al Parlamento sia avvenuta il 10 ottobre, il giorno successivo al mio intervento in plenaria sulla presidenza ungherese, quando ho criticato duramente l’operato di Orbán. Evidentemente, i tiranni faticano a digerire le critiche», ha detto l’eurodeputata.

La richiesta dell’Ungheria però non ha effetti immediati. Secondo l’iter, la richiesta deve essere valutata dalla presidente del Parlamento (fase già avvenuta), poi da una commissione competente (gli Affari giuridici, fase ancora in corso), che può chiedere spiegazioni al deputato interessato. La commissione poi presenta a tutto il Parlamento il proprio parere, che in sessione plenaria voterà la richiesta.

Non è quindi vero che a Salis è stata revocata l’immunità parlamentare, in quanto l’iter è ancora in corso e non è stato deciso alcun esito.

Precisiamo poi che, nell’eventualità della revoca dell’immunità, il deputato rimane comunque in carica, in quanto il mandato parlamentare è nazionale e non può essere revocato da un’altra autorità. Inoltre, la revoca dell’immunità non equivale a una sentenza di colpevolezza, ma consente alle autorità giudiziarie nazionali di procedere a svolgere un’indagine o un processo.

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