Il 14 gennaio 2022 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di verificare le informazioni contenute in un messaggio circolato nei giorni precedenti sulla stessa app di messaggistica istantanea, secondo il quale «in Austria l’obbligo vaccinale doveva partire dal 1 di febbraio ma sono arrivate 61 mila denunce e l’obbligo vaccinale è stato annullato».
Tale affermazione accompagna un documento redatto da un avvocato iscritto all’ordine di Milano, Mauro Sandri, e indirizzato all’Istituto superiore di sanità (Iss) e all’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), con cui si chiedono «chiarimenti sulla efficacia dei vaccini attualmente inoculati obbligatoriamente». L’autore del messaggio chiede di stampare una copia del documento e di portarla in una «caserma di polizia», così da imitare l’esempio austriaco.
Si tratta di una notizia falsa.
Innanzitutto, non esiste alcuna prova delle presunte «61 mila denunce» sporte contro il governo austriaco: l’informazione non è stata comunicata da organi ufficiali e non è stata riportata da alcun mezzo d’informazione. Quanto all’obbligo vaccinale in Austria, questo non è stato «annullato», come si legge nel messaggio oggetto della segnalazione, ma semplicemente rimandato al mese di aprile 2022.
L’obbligo di vaccinazione era stato varato il 28 dicembre 2021, come frutto di una mediazione tra il governo federale e i partiti di opposizione, il partito socialdemocratico (Spö) e il partito liberale (Neos). Nelle intenzioni del legislatore, il provvedimento avrebbe dovuto contrastare il «basso tasso di vaccinazione in Austria» (alla data del 13 gennaio 2022, la percentuale della popolazione austriaca ad aver ricevuto almeno una dose di vaccino è del 73,8 per cento).
Secondo il provvedimento austriaco, tutte le persone soggette a vaccinazione obbligatoria dovranno essere «vaccinate o aver iscritto un motivo di eccezione nel registro centrale delle vaccinazioni», ragion per cui sarà necessario istituire un «registro centrale delle vaccinazioni», si legge nelle Faq (frequently asked questions, le domande poste frequentemente) fornite dal governo. La realizzazione di tale strumento è stata affidata all’azienda ELGA GmbH, che il 7 gennaio 2022 ha annunciato (su Twitter e in parlamento) che l’interfaccia non potrà essere disponibile prima del 1 aprile 2022, a causa dei tempi tecnici necessari alla realizzazione dello strumento.
Per questo motivo – e non a causa delle presunte denunce, come si legge nel messaggio – il governo austriaco ha dunque rimandato di due mesi l’entrata in vigore del provvedimento, che al momento non può definirsi «annullato».