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La lettera di risposte dell’EMA agli europarlamentari non contiene «fatti scioccanti» sui vaccini anti-Covid

La lettera di risposte dell’EMA agli europarlamentari non contiene «fatti scioccanti» sui vaccini anti-Covid

29 novembre 2023
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Il 26 novembre 2023 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare un video pubblicato il giorno prima su Facebook di una conferenza stampa, in olandese, dell’europarlamentare Marcel De Graaff. Secondo quanto si legge nei sottotitoli in italiano in sovrimpressione, durante la conferenza stampa Graaff ha rivelato «fatti scioccanti» contenuti nella lettera di risposta inviata dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA) all’europarlamentare, che aveva richiesto il ritiro dell’autorizzazione al commercio dei vaccini anti Covid-19.

L’EMA infatti avrebbe ammesso di aver «autorizzato i vaccini esclusivamente per le immunizzazioni individuali e non per controllare, prevenire o ridurre le infezioni», affermando che «l’esposizione al virus aumenta la possibilità di contagi anche nei soggetti vaccinati».

Inoltre, sempre in questa lettera l’EMA avrebbe dichiarato che «tutte le informazioni sulla sicurezza devono essere prese in considerazione quando si somministra o si raccomanda una vaccinazione». Poiché quasi nessuno sotto i 60 anni ha avuto il rischio di gravi complicazioni a causa del coronavirus, continua Graaff, nessuna di queste persone doveva essere vaccinata, salvo rare eccezioni.

Si tratta di una notizia fuorviante che veicola una notizia infondata.

Innanzitutto precisiamo che Marcel De Graaff, insieme ad altri europarlamentari, ha effettivamente inviato una lettera il 4 ottobre 2023 all’Agenzia europea per i medicinali (EMA) chiedendo la sospensione dell’autorizzazione al commercio dei vaccini anti Covid-19 perché ritenuti dai firmatari inefficaci e non sicuri. De Graaff appartiene al partito politico olandese di estrema destra ed euroscettico Forum per la Democrazia, e già in passato ha espresso dichiarazioni infondate in tema di vaccini anti Covid-19.

L’EMA ha inviato la risposta scritta il 18 ottobre 2023. Nella missiva citata nel contenuto oggetto di analisi, l’agenzia europea risponde che i vaccini «non sono stati autorizzati per prevenire la trasmissione da una persona all’altra», ma «per la protezione degli individui vaccinati». Non si tratta, però, di notizie scioccanti, come definite da Marcel De Graaff, dal momento che, aggiunge l’Agenzia europea, i documenti contenenti le informazioni riguardo il vaccino «indicano chiaramente che i vaccini sono destinati all’immunizzazione attiva per prevenire la COVID-19», cioè la malattia causata dal nuovo coronavirus Sars-CoV-2. Precisiamo che il termine “immunizzazione attiva” indica l’acquisizione dello stato di immunità da parte di un organismo contro un antigene grazie alla somministrazione di un vaccino. L’Agenzia europea non ha mai dichiarato che i vaccini anti Covid-19 sarebbero serviti per prevenire la trasmissione del virus anziché per proteggere i singoli individui vaccinati. Come riportato nei primi comunicati stampa sui vaccini anti Covid-19, questi sarebbero serviti per proteggere le persone dalla malattia, soprattutto per evitare il rischio di ospedalizzazione e di morte. Come spiegato in precedenza su Facta, lo stesso principio è riportato anche in un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Nature il 3 dicembre 2020, dove veniva chiarito che i vaccini di Pfizer, Moderna e AstraZeneca erano stati testati in «ampie sperimentazioni cliniche» e che avevano dimostrato dei risultati promettenti nel «prevenire i sintomi della malattia, ma nessuno ha dimostrato di prevenire completamente l’infezione o di ridurre la diffusione del virus in una popolazione».

Per quanto riguarda la dichiarazione sulla possibilità di contagi anche nei soggetti vaccinati, l’EMA nella lettera ha precisato che con il Sars-CoV-2 le persone «possono essere esposte molteplici volte al virus», e che «queste ripetute esposizioni possono aumentare la possibilità di infettarsi, anche nelle persone vaccinate». La protezione offerta dal vaccino, infatti, spiega l’Agenzia, «diminuisce nel tempo con l’evoluzione del virus stesso, e questo è uno dei motivi per cui sono stati autorizzati i vaccini adattati», ovvero le dosi di richiamo che rafforzano la protezione dei vaccini contro le varianti del virus.

Infine, l’Agenzia ha spiegato che, a causa degli effetti avversi che si possono verificare (la maggior parte dei quali lievi), dovrebbero essere prese in considerazione tutte le informazioni prima di somministrare o raccomandare la vaccinazione. Nella lettera non viene detto che le persone al di sotto dei 60 anni non dovrebbero vaccinarsi e anzi, l’EMA sottolinea che le prove continuano a dimostrare che i vaccini forniscono protezione, il che è particolarmente importante per le persone vulnerabili, senza precisare alcuna distinzione di età. Infatti non è vero che «nessuno sotto i 60 anni ha avuto il rischio di gravi complicazioni a causa del coronavirus», come affermato dall’’europarlamentare Graaff. Seppur sia vero che il rischio di malattia grave aumenta con l’età, e le persone con più di 60 anni e quelle con patologie preesistenti abbiano maggiori probabilità di sviluppare forme gravi di malattia, ciò non significa che il resto della popolazione non sia a rischio e che per questo non debba vaccinarsi. Comedimostrato dall’Istituto superiore di sanità (ISS), il rischio di malattia grave è più alto nelle persone non vaccinate che in quelle vaccinate.

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