Il 25 novembre 2024 è stato pubblicato su TikTok una breve clip in cui la giornalista Sara Mariani chiede a Gino Cecchettin: «cosa dobbiamo fare per fare in modo che i figli, i maschi bianchi, figli così ce ne siano di meno?». In sovraimpressione al video, si legge: «Anche alla RAI ci si chiede come diminuire il numero di figli di maschi bianchi».
Altri account su TikTok hanno ripreso il contenuto additandolo come esempio di «misandria woke in Rai», in riferimento al termine che negli Stati Uniti viene usato dalla destra per indicare ciò che si ritiene essere la tendenza progressista ad avere un atteggiamento eccessivamente dogmatico riguardo le parole utilizzate in tema di minoranze e diritti civili.
Il contenuto è stato presentato in maniera fuorviante.
Il 24 novembre 2024, nel programma Agorà Weekend su Rai3, la conduttrice Sara Mariani ha intervistato in diretta televisiva Gino Cecchettin, padre di Giulia Cecchettin, che la sera dell’11 novembre 2023 è stata uccisa dall’ex-fidanzato Filippo Turetta.
Nel video integrale dell’intervista, al minuto 00:03:50, la conduttrice cita la «questione del patriarcato», che – dice la giornalista – «si è cominciato forse un po’ a capire o comunque è ancora molto dibattuto». «In particolare» continua Mariani, «fu anche sua figlia Elena a dire che l’assassino di sua sorella, Filippo Turetta, non era un mostro ma un figlio sano della società patriarcale».
A questo punto (minuto 00:04:28), rivolgendosi a Cecchettin, Mariani chiede «cosa dobbiamo fare oggi, e cosa devono fare anche le istituzioni, anche il governo, per porre fine o almeno cercare di invertire la tendenza culturale sbagliata su questo? Cioè cosa dobbiamo fare per fare in modo che i figli, i maschi bianchi, figli così ce ne siano di meno?»
Quindi, la giornalista non ha mai suggerito di voler «diminuire il numero di figli di maschi bianchi». Come spiegato da un comunicato dell’Unione sindacale dei giornalisti Rai (Usigrai), Sara Mariani «si stava riferendo alla vicenda di Giulia Cecchettin e alla riflessione pubblica nata in occasione di quel femminicidio», riportando il «senso delle parole di Elena Cecchettin».
Le parole scritte da Elena Cecchettin sono quelle comparse sul suo account Instagram in seguito alla dichirazione del ministro dell’Istruzione Valditara, che durante la presentazione della Fondazione Giulia Cecchettin, lo scorso 18 novembre, aveva parlato di un nesso tra fenomeni di violenza sessuale e «forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale».
«Forse», aveva scritto più tardi quel giorno Elena Cecchettin, «se invece di fare propaganda alla presentazione della fondazione che porta il nome di una ragazza uccisa da un ragazzo bianco, italiano e “per bene”, si ascoltasse, non continuerebbero a morire centinaia di donne nel nostro paese ogni anno». Già l’anno scorso, comunque, pochi giorni dopo l’omicidio della sorella, Elena Cecchettin aveva scritto una lettera in cui evidenziava che Filippo Turetta non era un mostro, e che che i cosiddetti «“mostri” non sono malati, sono figli sani del patriarcato, della cultura dello stupro».
Citando esplicitamente Elena Cecchettin, la giornalista Sara Mariani ha voluto riportare il senso del suo intervento, sollevando il tema del patriarcato e facendo riferimento ai «maschi bianchi» come anch’essi figli della società patriarcale.