Il 29 luglio 2021 la redazione di Facta ha ricevuto via WhatsApp la richiesta di verificare un articolo, pubblicato il 20 luglio 2021 dal sito L’Antidiplomatico, secondo il quale Walter Ricciardi – consulente del ministro della Salute Roberto Speranza – avrebbe ammesso, al programma di La7 In Onda, che «il vaccino scatena le varianti». Nello specifico, Ricciardi avrebbe risposto a una domanda della conduttrice sulla genesi delle varianti del virus Sars-CoV-2 dicendo che «il virus, trovando un soggetto vaccinato, che quindi in qualche modo gli resiste, cerca di identificare le strade per aggirare la vaccinazione».
Ricciardi ha effettivamente pronunciato la frase intorno al minuto 1:06:30 della puntata di In Onda del 15 luglio 2021. Si tratta però di un’affermazione fuorviante.
Innanzitutto, i virus non «cercano» di fare alcunché, in quanto non sono enti coscienti. Le varianti dei virus non nascono in seguito a un fine deliberato, bensì sono prodotto dell’evoluzione biologica tramite selezione naturale, che non ha scopi. La frase di Ricciardi sul virus che «cerca di identificare» modi per aggirare la vaccinazione è, al limite, una metafora. Quello che in teoria potrebbe accadere è, semmai, che varianti del virus capaci di replicarsi e trasmettersi in soggetti vaccinati, sorte in seguito a mutazioni casuali del virus, siano capaci di diffondersi più facilmente di altre e prendano il sopravvento.
Chiarito questo, veniamo al concetto espresso da Ricciardi, secondo cui le varianti nascerebbero in quanto l’evoluzione del virus «cerca», metaforicamente, di aggirare la vaccinazione.
Possiamo dire con certezza che le cosiddette variants of concern, ovvero le varianti di Sars-CoV-2 ritenute (al momento in cui scriviamo) preoccupanti dall’Oms in quanto sospettate di diffondersi in modo più sostenuto e/o di causare malattia più grave e/o di sfuggire parzialmente ai vaccini o altre misure di sicurezza, finora identificate, non si sono evolute in risposta ai vaccini. Questo perché sono state tutte identificate prima di dicembre 2020, ovvero prima dell’inizio delle prime campagne vaccinali di massa. La variante delta, l’ultima di queste identificata, è stata trovata in India per la prima volta a ottobre 2020, mentre la campagna vaccinale indiana è iniziata il 16 gennaio 2021. Affermare quindi, come ha lasciato intendere Ricciardi, che le varianti attualmente oggetto di preoccupazione si siano evolute in risposta ai vaccini è fuorviante.
Per quanto riguarda il futuro, non è di per sé impossibile che il virus possa evolvere una qualche resistenza ai vaccini oggi adottati, anche se con ogni probabilità non bisogna aspettarsi scenari catastrofici, come avevamo discusso in precedenza. A luglio 2021 anzi è stato lanciato nel Regno Unito un appello, pubblicato dalla rivista Lancet e firmato da oltre 1.200 ricercatori e medici, in cui tra le altre cose si denuncia il rischio di evolvere nuove varianti lasciando circolare ampiamente il virus con la popolazione parzialmente vaccinata. Questo però non significa che i vaccini siano inutili o dannosi. Al contrario, per evitare questa incombenza, secondo gli scienziati la priorità dovrebbe essere proprio concludere in fretta la campagna di vaccinazione prima di allentare le misure di contenimento.