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Non è vero che «a breve» il green pass conterrà informazioni su «tasse e multe non pagate»

Non è vero che «a breve» il green pass conterrà informazioni su «tasse e multe non pagate»

19 ottobre 2021
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Il 17 ottobre 2021 su Facebook è stato pubblicato un post in cui si legge: «A breve, tramite il Green Pass, ci sarà il blocco fiscale ecc, per le tasse e le multe non pagate!!». Il post è accompagnato da un’immagine con le scritte “Certificato non valido – Il certificato è scaduto”  e da un testo che recita: «Quando il green pass, di cui andate fieri, diventerà rosso impedendovi di rinnovare la carta d’identità perché non avete pagato la TARI o la patente perché avete esaurito la quota CO2 mensile o di lavorare perché non avete pagato l’IRAP vi sarà tutto chiaro, ma sarà anche tardi».

Si tratta di una notizia priva di fondamento. 

La certificazione verde Covid-19 è uno strumento digitale istituito dalla Commissione europea a partire dallo scorso 1° luglio 2021, con l’obiettivo di facilitare gli spostamenti interni dei cittadini Ue. 

In Italia, il governo Draghi ha introdotto l’obbligatorietà del green pass per accedere a ristoranti al chiuso, palestre, piscine, cinema, stadi e spettacoli (anche all’aperto) con il decreto-legge n. 105 del 23 luglio 2021, mentre dal 1° settembre tale obbligo è stato esteso anche a chi intende viaggiare su traghetti, aerei, bus e treni a lunga percorrenza. A partire dal 15 ottobre 2021, infine, il green pass è diventato obbligatorio anche per accedere ai luoghi di lavoro pubblici e privati.

Come spiega il sito della Commissione europea, gli unici dati inclusi nella certificazione verde sono nome, data di nascita, data di emissione, informazioni su vaccino/test/guarigione e identificatore unico (il codice univoco assegnato ad ogni utilizzatore di green pass). Questi dati, spiega la Commissione, «rimangono sul certificato e non vengono memorizzati né conservati durante la verifica del certificato tramite il codice QR o i controlli effettuati dal personale».

Per vigilare sulla corretta applicazione di questo principio, è più volte intervenuto il garante italiano per la protezione dei dati personali, che in nessuno dei suoi provvedimenti sul tema ha mai segnalato il possibile inserimento di dati fiscali sulla certificazione. 

Al momento, dunque, non esiste alcuna discussione in corso circa la possibilità di inserire altre informazioni sul green pass e ogni ipotesi in tal senso è da considerare priva di fondamento.

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