Il 21 giugno 2021 la redazione di Facta ha ricevuto via WhatsApp la richiesta di verificare un articolo pubblicato il 18 giugno 2021 da Database Italia e intitolato “La prova definitiva che l’isolamento dei virus è una farsa”. L’articolo è firmato da Stefano Scoglio, delle cui teorie sulla pandemia abbiamo già parlato più volte. L’articolo sostiene che il virus Sars-CoV-2 non sarebbe mai stato isolato, in quanto non sarebbe mai stato ottenuto in forma pura ma solo coltivato in colture cellulari, dove non sarebbe distinguibile da altre «particelle simil-virali». Non è quindi possibile, secondo Scoglio, garantire che tale virus esista e che sia il responsabile della Covid-19. Nell’articolo Scoglio sostiene anche che nessun virus sia stato veramente isolato secondo i criteri desiderati da Scoglio stesso, ovvero ottenuto in forma pura e quantificata, e che questo fatto «porrebbe in una crisi esiziale le stesse fondazioni della virologia». Infine, Scoglio sostiene che non è stato effettuato nessun esperimento valido che confronti cosa accade alle cellule infettate da Sars-CoV-2 rispetto a cellule non infettate.
Si tratta di affermazioni false. Vediamole con ordine.
Per prima cosa, Scoglio nell’articolo fa spesso riferimento a un documento di luglio 2020 dei Centers for disease control and prevention (Cdc) secondo cui «al momento non sono disponibili isolati del virus 2019-nCoV quantificati», indicandolo come ammissione ufficiale che il virus non fosse stato isolato. Come avevamo spiegato in precedenza su Facta, questa frase significa solo che non era disponibile una quantificazione precisa del numero di particelle virali nei campioni di virus. Gli stessi Cdc il 29 dicembre 2020 hanno comunicato che Sars-CoV-2, «il virus che causa Covid-19, è stato isolato in laboratorio ed è disponibile per la ricerca da parte della comunità scientifica e medica».
Veniamo al cuore dell’argomentazione dell’articolo. Scoglio ritiene che la definizione di «isolamento» usata normalmente in microbiologia sia priva di senso, perché è necessario coltivare il virus in un mezzo biologicamente complesso come una coltura cellulare e quindi non è «isolato» nel senso di un preparato puro che non contenga niente altro. Scoglio nell’articolo, a supporto delle proprie tesi, mostra delle e-mail apparentemente scritte dai Cdc e da un team di scienziati cinesi, che indicano come «impossibile» l’isolamento del virus senza una coltura cellulare. I virus, infatti non si replicano da soli ma sono parassiti obbligati: hanno bisogno di cellule in cui riprodursi.
Questo però non significa che sia impossibile purificare il virus (ovvero ottenere le particelle virali senza contaminanti, come richiede Scoglio) da tali colture, che sono solo il primo passo necessario a ottenere una quantità di virus adatta allo studio. In questo senso è «impossibile» isolare il virus senza usare una coltura di cellule. Separare il virus dalla coltura cellulare però è possibile: si può filtrare il liquido delle colture, per esempio.
Secondo Scoglio però è necessaria anche una procedura per separare il virus da tutte le varie particelle «simil-virali» di cui parla come gli esosomi, piccole vescicole che vengono secrete da molte cellule. A differenza di quanto sostenuto da Scoglio, il quale scrive che «i virologi si ostinano a generare colture indistinte», tale procedimento esiste e si chiama purificazione. I virus sono stati purificati per la prima volta nel 1935 dal ricercatore statunitense Wendell M. Stanley, che vinse per questo il premio Nobel per la chimica nel 1946. La purificazione di virus è oggi una procedura di routine in virologia, tanto che vi sono numerosi protocolli standard e kit commerciali per questo scopo, inclusi protocolli specifici per i coronavirus.
Il virus Sars-CoV-2 è stato isolato, purificato e quantificato nel senso in cui richiede Scoglio? Sì, come si può vedere ad esempio in questo studio del 20 maggio 2021 in cui Sars-CoV-2, dopo essere stato coltivato su cellule, è stato ottenuto in forma pura con esplicita attenzione al rimuovere possibili contaminazioni. Nello studio il virus purificato è stato confermato essere infettivo – a sua volta – su cellule, esattamente il tipo di esperimento che Scoglio invoca nell’articolo.
Un altro argomento dell’articolo di Scoglio è che non ci sarebbero esperimenti che mostrino davvero la cosiddetta citotossicità (ovvero l’effetto negativo sulle cellule) dell’infezione da Sars-CoV-2, perché effettuati senza validi esperimenti di controllo in cui si osserva che cosa succede alle cellule non infettate dal virus. Anche questa affermazione è falsa. In questo studio ad esempio sono state confrontate le condizioni di cellule del cuore infettate o meno da Sars-CoV-2; in questo invece viene confrontata la morfologia di cellule polmonari sane e infettate da Sars-CoV-2.
In conclusione, non è vero che il virus Sars-CoV-2 non è stato isolato: non solo è stato isolato in coltura cellulare come abbiamo più volte verificato su Facta, ma è stato anche purificato e quantificato. Allo stesso modo, non è vero che nessuno studio avrebbe confrontato cellule infettate o meno con il virus Sars-CoV-2 per verificare l’effetto patologico del virus. In generale, a differenza di quanto sostiene Scoglio, i virus vengono isolati e purificati regolarmente da oltre ottant’anni, con protocolli ben conosciuti e standardizzati e questo è avvenuto anche per Sars-CoV-2.
Photo: Virus Sars-CoV-2 al microscopio elettronico. Immagine dal Niaid, licenza CC-BY-2.0