Non è vero che l’Italia taglierà i «contributi alla sanità» fino al 2024
Il 2 novembre 2021 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare le informazioni riportate in un post pubblicato il 30 ottobre su Facebook. Il post oggetto della segnalazione contiene il dettaglio di un documento di bilancio, secondo il quale la spesa sanitaria prevista dal governo italiano passerebbe dal 7,5 per cento del Pil per l’anno 2020 al 7,3 per cento del 2021. La percentuale di spesa in relazione al prodotto interno lordo continuerebbe a calare fino al 2024, raggiungendo il 6,1 per cento.
La tabella è accompagnata da un testo, scritto dall’autore del post, in cui si legge: «Siccome siamo nel pieno di una pandemia senza precedenti negli ultimi cent’anni e che non sappiamo quando e come finirà, mentre facciamo la guerra ai no vax, meglio dare una sforbiciata alla spesa sanitaria».
Si tratta di una notizia presentata senza il contesto necessario alla sua comprensione, che veicola una notizia falsa.
Innanzitutto, la tabella contenuta nel post è reale e arriva dalla nota di aggiornamento del documento di economia e finanza (Def) approvata il 29 settembre 2021 dal Consiglio dei ministri (qui a pagina 71). Come si legge nella tabella, la spesa italiana per la sanità in relazione al prodotto interno lordo (la somma dei beni e dei servizi finali prodotti da un Paese in un dato periodo di tempo) decrescerà in percentuale nei prossimi tre anni, arrivando a valere il 6,1 per cento del Pil nel 2024.
Nello stesso documento si legge tuttavia che la spesa sanitaria, «dopo avere raggiunto il 7,5 per cento del PIL nel 2020 a seguito delle misure sanitarie introdotte per dare immediata risposta all’emergenza Covid-19», calerà in percentuale nell’anno 2021 e che tale decremento «dipende sostanzialmente dall’aumento del PIL». Sempre lo stesso documento sottolinea che «nel biennio 2022-2023 la spesa sanitaria a legislazione vigente calerà del -2,3 per cento medio annuo per via dei minori oneri connessi alla gestione dell’emergenza epidemiologica».
La minore spesa in relazione al Pil nei prossimi tre anni si spiega insomma con la fine della fase acuta dell’emergenza Covid-19 (e dei relativi oneri connessi) e con l’aumento del prodotto interno lordo italiano. Per confronto, il documento riporta le previsioni di spesa in valore assoluto, che ammontano a 125,7 milioni di euro per il 2022, 123,5 milioni per il 2023 e 124,4 milioni per il 2024. Tutti valori inferiori alla spesa sanitaria del 2021 (129 milioni di euro), ma comunque superiori a quelli messi a bilancio nel 2017 (112,2 milioni), 2018 (114,3 milioni), 2019 (115,7 milioni) e 2020 (123,5 milioni).
Il governo Draghi non ha di fatto effettuato tagli in materia di sanità, in particolar modo se confrontiamo il bilancio con quelli precedenti alla pandemia di Covid-19. A tal proposito vale la pena sottolineare che il governo ha stanziato ulteriori 20 miliardi per la sanità, provenienti dal piano di ripresa dell’Europa noto come NextGenerationEu.
No, la pandemia di Covid-19 non è stata prevista nel 1981
Secondo quanto circola su alcuni social media, un romanzo del 1981 proverebbe che la pandemia di Covid-19 è stata pianificata, ma la scienza smentisce questa tesi