Il 27 novembre 2021 su Facebook è stato pubblicato uno screenshot di un tweet in cui si legge che la variante del nuovo coronavirus Sars-CoV-2 B.1..1.529, denominata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) «omicron», non sarebbe nuova, come raccontato dai media, ma sarebbe stata scoperta a luglio 2021. A prova della notizia viene citato un articolo pubblicato il 12 luglio 2021 sul sito del World economic forum (Wef) in cui si legge della scoperta in Sudafrica di una variante del virus identificata con la sigla B.1..1.529. Nel tweet il fondatore del Wef è Klaus Schwab viene definito come l’«ideologo del #GreatReset #Covid19».
Si tratta di una serie di notizie false, andiamo con ordine.
Il 26 novembre l’Istituto nazionale per le malattie trasmissibili del Sudafrica (Nicd) ha comunicato di aver identificato il 22 novembre un nuovo lignaggio del nuovo coronavirus identificato con la sigla B.1.1.529. Dopo essere stata informata dal Nicd, l’Oms ha chiamato la nuova variante omicron, classificandola come variante di preoccupazione (Voc, cioè quelle considerate più pericolose), su indicazione del Tag-ve, un gruppo indipendente di esperti istituto dall’agenzia dell’Onu a giugno 2020 che monitora e valuta l’evoluzione del virus.
Sul sito del Wef, l’articolo citato nel post oggetto di verifica esiste realmente, è titolato “Explainer: This is how scientists detect new variants of COVID-19” (in italiano, “Spiegazione: ecco come gli scienziati rilevano nuove varianti di COVID-19”) ed è stato pubblicato il 12 luglio 2021. L’articolo è stato aggiornato il 26 novembre con la notizia della scoperta della nuova variante omicron, come spiegato in una nota inserita nell’articolo stesso. A riprova di ciò si può consultare (qui) la copia cache dell’articolo in questione del luglio scorso per vedere che nella versione originale non era presente nessuna menzione della variante B.1.1.529.
Questo caso di disinformazione è stato trattato da diversi siti di fact-checking (qui, qui, qui e qui).
Precisiamo infine che su Facta ci siamo già occupati della teoria complottistica priva di fondamento conosciuta con il nome di Grande Reset, al cui centro compare la figura del presidente esecutivo del Wef Klaus Schwab.