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Non esiste la teoria che stabilisce di avere nel sangue lo 0,05 per cento di alcool

Non esiste la teoria che stabilisce di avere nel sangue lo 0,05 per cento di alcool

28 aprile 2021
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Il 27 aprile 2021 la redazione di Facta ha ricevuto via WhatsApp la richiesta di verificare la notizia secondo cui lo psichiatra norvegese Finn Skårderud avrebbe ipotizzato che l’essere umano ha un deficit di alcol nel sangue e che il nostro organismo potrebbe funzionare alla perfezione solo con un tasso di alcol nel sangue dello 0,05 per cento. 

In Italia si è recentemente parlato dell’argomento in occasione della notte degli Oscar e grazie al film danese Druk (in italiano, Un altro giro) vincitore, il 25 aprile 2021, del premio come migliore film straniero. La premessa del film – come riportato, tra gli altri, da Ansa e da MyMovies.it – si basa proprio su questa teoria, ripresa anche da alcuni contenuti su Facebook. Ma capiamo meglio di che cosa stiamo parlando.

Non esiste alcuna teoria che stabilisce quanto alcol debba esserci nel corpo umano perché questo funzioni correttamente, né lo psichiatra Finn Skårderud si è fatto promotore di un’idea simile. 

Come ha riportato l’11 ottobre 2015 il quotidiano norvegese Dagbladet e come è stato poi confermato il 26 aprile 2021 durante un’intervista alla radio norvegese Nrk riportata da France24, Skårderud stesso ha dichiarato che si tratta di un travisamento della sua opinione e che non ha mai voluto dare seriamente consigli su una quantità ottimale di alcol da avere nel sangue. 

L’equivoco nasce dalla prefazione, più letteraria che scientifica, che Skårderud scrisse per l’edizione norvegese pubblicata nel 2000 de Gli effetti psicologici del vino, un breve libro del 1881 di Edmondo de Amicis, l’autore (nato a Imperia ma torinese d’adozione) noto in Italia per il libro Cuore. La prefazione è stata ripubblicata integralmente il 30 ottobre 2020 dal sito norvegese di psicologia Psykologisk, e da questa si può capire la «teoria» non è che una figura retorica, peraltro immediatamente confutata. Su questo sito introduce la prefazione precisando di non aver mai «ipotizzato questa teoria, ma sono stato travisato con entusiasmo» spiegando che le sue frasi sono state «prese completamente fuori contesto».

Nella prefazione del libro di De Amicis è scritto: «È facile immaginare che l’essere umano sia costruito in modo errato […] Dopo il primo e il secondo bicchiere, capisci qual è il vero errore. Ecco cosa mancava. Si conclude rapidamente che uno sia stato creato con circa uno 0,5 per mille di meno […]Il difetto di costruzione si è quindi rivelato essere un difetto di questo specifico materiale [l’alcol, ndr].» Per poi proseguire: «Ma poi si sbaglia di nuovo. È confermato, è proprio la costruzione dell’essere umano a essere sbagliata. Manca un meccanismo che dica che ora è il momento di fermarsi. Troppo poco rischia di diventare troppo». Leggendo la prefazione, è chiaro che Skårderud intendeva descrivere in modo pittoresco lo stato euforico indotto da una piccola quantità di alcol, non proporre una seria teoria psicologica né, tantomeno, medica.

Superando l’incomprensione delle parole di Skårderud e affrontando la questione dal punto di vista scientifico, sembra sempre più improbabile che assumere piccole quantità di alcol sia innocuo o addirittura benefico. Un’analisi epidemiologica pubblicata su Lancet il 14 aprile 2018 e basata sull’analisi di quasi 600.000 individui ha concluso che, per le malattie cardiovascolari diverse dall’infarto, non esiste un consumo minimo di alcol sotto il quale diminuisce il rischio di malattia. Sebbene vi sia un leggero calo del rischio di infarto associata a un blando consumo di alcol (1oo g alla settimana, l’equivalente di un bicchiere di vino al giorno), il rischio complessivo di mortalità per tutte le cause è costante fino a meno di 100 g di alcol alla settimana, per poi salire rapidamente. Un’altra analisi sistematica pubblicata il 22 settembre 2018 sempre da Lancet, analizzava 694 diverse fonti di dati epidemiologici e 592 studi sul rischio associato all’alcol e concludeva che qualsiasi quantità, non importa quanto piccola, può portare danni alla salute. 

In conclusione, l’idea che al nostro organismo manchi una piccola quantità di alcol non è mai stata proposta seriamente dallo psichiatra norvegese Finn Skårderud, ma era solo una divertita figura retorica (utilizzata all’interno della prefazione di un libro) per descrivere la sensazione di benessere associata all’alcol. Gli studi medici suggeriscono che non esiste una quantità di alcol benefica per la salute e che probabilmente anche quantità piccole possono essere dannose.

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