Il 30 agosto 2022 la redazione di Facta ha ricevuto un commento sul sito che recita: «Sull’origine virale della polio avrei qualche dubbio». Il testo è accompagnato da un grafico che proverebbe il collegamento tra incidenza di poliomielite e produzione di Ddt, insetticida sintetico il cui uso è stato limitato a partire dagli anni settanta.
Il grafico riportato nel commento oggetto della nostra analisi è stato tratto da un articolo intitolato “Pesticides and Polio: A Critique of Scientific Literature” (in italiano: “Pesticidi e polio: Una critica della letteratura scientifica”), scritto da Jim West e pubblicato nel 2003 dalla Weston A. Price foundation.
Nella presunta ricerca, West ha sostenuto che il Ddt «provoca o contribuisce a un’ampia varietà di malattie dell’uomo e degli animali che non sono mai state associate a nessuna sostanza chimica» tra le quali inserisce la poliomielite.
Si tratta di una notizia falsa. Vediamo perché.
Innanzitutto è necessario specificare che la Weston A. Price foundation è un’organizzazione no-profit statunitense dedicata a fare divulgazione sulla nutrizione e non un istituto di ricerca specializzato. Inoltre, non è stato possibile reperire informazioni riguardo l’autore, Jim West. In aggiunta, nell’articolo in questione non è specificato se questo sia stato sottoposto a peer review, revisione tra pari che ha lo scopo di valutare la correttezza formale della ricerca.
Passiamo ora all’affermazione secondo cui la poliomielite non sarebbe una malattia provocata da un virus, ma sarebbe causata da un insetticida sintetico.
La poliomielite, spesso chiamata polio o paralisi infantile, è una malattia infettiva, causata da tre tipi di polio-virus, che colpisce il sistema nervoso centrale provocando una paralisi che può diventare, nei casi più gravi, totale. Le prove storiche indicano che la poliomielite era già stata osservata nell’antico Egitto intorno al 1570-1342 a.C., diversi secoli prima della diffusione del Ddt.
Il Ddt, infatti, è un pesticida sviluppato nel 1874 e utilizzato in diversi Paesi, tra cui gli Stati Uniti, a partire dal 1939 come potente antiparassitario soprattutto per debellare la malaria. In seguito, però, gli scienziati hanno scoperto che il Ddt può accumularsi negli animali e negli esseri umani che si espongono alla sostanza mangiando, respirando o toccando prodotti contaminati, in quanto il Ddt è una sostanza scarsamente degradabile e questo potrebbe portare a effetti tossici. Per questo motivo nel 1972 la United States environmental protection agency (Epa), agenzia del governo federale degli Stati Uniti incaricata della protezione ambientale e quella della salute umana, ha emesso un ordine di cancellazione del Ddt a causa dei suoi effetti negativi sull’ambiente e dei suoi potenziali rischi per la salute umana.
Secondo quanto riportato dai Centers for disease control and prevention (Cdc), organizzazione statunitense che protegge la salute pubblica e organo del Dipartimento della salute degli Stati Uniti, i sintomi di intossicazione causati dal Ddt nell’essere umano possono includere vomito, tremori e convulsioni. Inoltre, l’International agency for research on cancer (Iarc), agenzia specializzata sul cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), ha classificato il Ddt come una sostanza «probabilmente cancerogena per l’uomo».
Il National pesticide information center (Npic), centro che fornisce informazioni sui pesticidi e su argomenti a essi correlati, ha chiarito quali possono essere altri effetti dovuti al grado di tossicità del Ddt e tra questi non è inserita la poliomielite.
Inoltre, stando a chi l’ha condiviso, il grafico oggetto della nostra analisi, proverebbe una correlazione tra l’uso del Ddt e i casi di poliomielite tra il 1940 e il 1970 negli Stati Uniti, mostrando un picco sia dell’uso del pesticida, sia dei casi di polio tra il 1951 e il 1955. Tuttavia, come chiarito dall’Epa in un comunicato stampa del 1972, l’anno in cui si è toccato l’apice nell’uso del Ddt negli Stati Uniti è stato il 1959. Quindi, come spiegato da Health Feedback, rete di scienziati che si occupa di distinguere fatti e finzione in ambito medico-sanitario, se ci fosse una relazione causale tra l’uso del Ddt e i casi di polio, ci si aspetterebbe di vedere un picco di casi nel 1959, ma nel grafico il numero di casi di polio era diminuito fino a raggiungere uno dei punti più bassi proprio in quell’anno.
È utile specificare che esiste un punto di incontro tra i casi di poliomielite negli Stati Uniti e l’utilizzo del Ddt, ma non si tratta di quanto riferito nel grafico in analisi. Negli anni ’40, dopo diverse epidemie di poliomielite in vari Stati americani, alcuni residenti iniziarono a spruzzare il Ddt per cercare di fermare la fonte dell’epidemia, che si pensava potesse essere portata da un insetto, anche se non vi erano prove a riguardo. L’utilizzo del Ddt, quindi, è avvenuto successivamente alla comparsa dei casi di poliomielite.