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Il comunicato sui portachiavi distribuiti per tracciare le persone è falso

Il comunicato sui portachiavi distribuiti per tracciare le persone è falso

8 marzo 2023
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  • Sui social ciclicamente ritorna un presunto avviso di Ascom, organizzazione sindacale collegata a Confcommercio, che mette in guardia dalla distribuzione di portachiavi per auto con un microchip offerti gratuitamente nei parcheggi o nei distributori di carburante.
  • Questi portachiavi dotati di microchip sarebbero un escamotage pensato dai ladri per tracciare i movimenti delle persone ed effettuare rapine e furti nelle loro case.
  • Il comunicato di Ascom è falso, e non esiste una truffa del genere, come smentito sia dalla stessa organizzazione sindacale, sia dalla polizia.

Il 7 marzo 2023 è stato pubblicato su Facebook un presunto comunicato di Ascom, organizzazione sindacale collegata a Confcommercio, che mette in guardia dalla distribuzione di alcuni portachiavi per auto «offerti gratuitamente presso i parcheggi o i distributori di carburante» e contenenti «un microchip».

Secondo la presunta comunicazione dell’associazione sindacale, grazie a tale tecnologia alcuni malintenzionati «vi seguono fino a casa e vengono a conoscenza dei vostri movimenti per effettuare rapine e furti». Il comunicato si conclude spiegando che «secondo la Polizia si tratta di bande di rumeni» e invitando i lettori a diffondere tale informazione. La fonte di queste informazioni sarebbe una generica «Questura»

Si tratta di una notizia falsa.

Il falso comunicato di Ascom circola almeno dal 2016, quando l’organizzazione sindacale fu costretta a pubblicare una nota per smentire di aver mai divulgato tali informazioni, definite «una bufala».

La falsa notizia dei portachiavi-spia risale invece al 2015, quando l’account Facebook della Polizia di Stato aveva chiarito che non era in corso alcuna truffa simile a quella descritta in precedenza. Anche in questo caso, la Polizia aveva definito l’avviso «una bufala» e aveva consigliato di evitare la divulgazione e la diffusione di contenuti in grado di creare «inutile allarmismo».

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