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Questo documento non prova che la pandemia di Covid-19 è stata «pianificata»

Questo documento non prova che la pandemia di Covid-19 è stata «pianificata»

29 giugno 2021
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Il 28 giugno 2021 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di verificare le informazioni contenute in un video pubblicato il 27 maggio 2021 da Play Master Movie,  sito web in cui compaiono numerosi esempi di disinformazione a tema vaccini e Covid-19. 

Il video oggetto della nostra segnalazione dura in tutto poco meno di 29 minuti e si intitola “Pandemia pianificata: le prove”. Il filmato promette di smontare «la situazione Covid» con una serie di documenti rintracciati da Valentina Fusco, presentata come una ricercatrice indipendente. 

I documenti mostrati come presunte prove della «pandemia pianificata» sono essenzialmente due: il primo (al minuto 02:53) è «lo studio del ministero della Salute inserito nel decreto del 3 dicembre 2020», nel quale secondo Fusco «ci viene raccontata una realtà diversa da quella che ci hanno raccontato le televisioni». La diversa realtà sarebbe testimoniata dal verbale di una riunione allegata allo studio, tenutasi il 19 dicembre 2019 «per parlare della pandemia» e alla quale erano presenti «tutti i ministri, il presidente del Consiglio, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, la rappresentanza cinese e tutti gli enti predisposti al monitoraggio di questa epidemia probabile». 

Secondo Fusco, in questa riunione e nella successiva, tenutasi il 20 gennaio 2020, «hanno iniziato a monitorare l’Italia» (non viene specificato chi) e a «decretare il primo dpcm» che sarebbe stato attuato solo l’8 marzo 2020. Su questo punto Fusco chiosa dicendo «sembra strano, perché sembrava quasi che a marzo nessuno sapesse niente, quando è stato attuato il decreto».

Il secondo documento (dal minuto 06:30) dimostrerebbe invece che la «dichiarazione di pandemia non sarebbe mai stata esplicitata». Secondo Fusco esisterebbe «l’Oms ufficiale e l’Oms aziendale»: quella ufficiale avrebbe dichiarato «la possibilità di focolai pandemici» il 20 gennaio 2020, appena una settimana prima che quella aziendale pubblicasse un presunto documento contenente la «strategia aziendale di pandemia» alla quale i singoli Stati membri avrebbero potuto aderire. Questa «strategia aziendale» conterrebbe «linee guida da seguire a partire dalla comunicazione, all’instaurazione di messaggi per cambiare la visione della popolazione, fino ad arrivare alla distribuzione dei dispositivi di protezione. L’Italia avrebbe insomma aderito a un’emergenza pandemica pianificata a tavolino dall’Oms.

Si tratta di una notizia falsa.

Innanzitutto, Valentina Fusco è la fondatrice del gruppo toscano “World Wide Dimostration”, rete di cittadini che manifesta per opporsi ai vaccini contro la Covid-19 e alle misure di distanziamento sociale.

I due documenti mostrati sono pubblici e rintracciabili su internet. Il primo è intitolato “Prevenzione e risposta a Covid-19. Evoluzione della strategia e pianificazione” ed è accessibile tramite Gazzetta Ufficiale  (allegato 25) e sito dell’Istituto superiore di sanità. Il documento riassume gli sforzi dell’Italia per contenere la pandemia di Covid-19, ma non fa alcun riferimento ad una riunione organizzata il 19 dicembre 2019 per «parlare della pandemia». Anche perché lo stesso documento specifica come il primo focolaio segnalato dalle autorità cinesi a Wuhan risalga al 31 dicembre 2019, particolare confermato dall’Organizzazione mondiale della sanità. 

Il secondo documento mostrato si intitola invece “Discorso di apertura del direttore generale dell’Oms al briefing per i media su Covid-19″ ed è integralmente disponibile in inglese sul sito dell’Organizzazione mondiale della sanità. Si tratta di un discorso molto famoso e tutt’altro che passato sotto silenzio, perché è quello con cui il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus dichiarava ufficialmente la pandemia da Covid-19.

Il discorso è stato pronunciato l’11 marzo 2020 e dunque quasi un mese dopo l’altro documento citato nel video, nel quale il 12 febbraio l’Oms definiva il virus Sars-Cov-2 una «emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale». Le due formule non sono in contrapposizione e non dimostrano l’esistenza di un ramo aziendale dell’Oms che ha pianificato la pandemia: si tratta semplicemente di due momenti storici diversi. Come si può leggere nella trascrizione della conferenza stampa dell’11 marzo, infatti, la dichiarazione di pandemia si è resa necessaria a fronte di «un aumento dei casi pari a 13 volte» in appena due settimane.

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