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Il vestito rosso di Rihanna al Super Bowl non ha nulla a che fare con il satanismo

Il vestito rosso di Rihanna al Super Bowl non ha nulla a che fare con il satanismo

14 febbraio 2023
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Il 13 febbraio 2023 su Facebook sono state pubblicate alcune foto della cantante Rihanna con indosso una tuta rossa, circondata da uomini vestiti di bianco. Le immagini ritraggono alcuni momenti dello show andato in scena tra il primo e il secondo tempo dell’ultima edizione del Super Bowl, la finale del campionato statunitense di football americano (Nfl) svoltasi il 13 febbraio a Phoenix.

Le foto dello spettacolo sono accompagnate da un testo, scritto dall’autrice del post, in cui si legge: «Ed ovviamente anche la performance di Rihanna al superbowl  ha avuto la sua connotazione satanica .. lei vestita di rosso ( come i performers del Grammy awards), circondata da ballerini vestiti stile sanitari cinesi …. Che a loro volta ricordano l’evento svoltosi a milano per moncler a settembre 2022 durante la fashion week .  Notare il segno del cornuto … siete scontati»

Si tratta di una notizia falsa.

I costumi scelti da Rihanna per l’esibizione del Super Bowl non hanno nulla a che fare con il satanismo, accusa infondata già mossa in passato all’artista e proveniente da ambienti vicini alla teoria del complotto nota come QAnon. Il colore della tuta è invece un tributo all’amico e giornalista Andre Leon Talley, scomparso il 18 gennaio 2023 e celebre per il suo iconico cappotto rosso griffato Norma Kamali. Questa interpretazione è stata riportata su Instagram dall’account ufficiale di Talley, ora gestito dallo staff e dalla famiglia.

Come si legge nel post oggetto della nostra verifica, l’accusa di satanismo era stata mossa pochi giorni prima anche agli artisti Sam Smith e Kim Petras, che il 6 febbraio 2023 avevano presenziato ai Grammy Awards con dei vistosi abiti rossi e si erano esibiti con un cappello da cui spuntavano le corna. L’abbigliamento scelto era in quel caso un riferimento al singolo “Unholy” (“empio, peccaminoso”) pubblicato dal duo. Anche in questo caso non si tratta di un inno al satanismo: il brano racconta una storia di adulterio.

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