Il 2 settembre 2023 la redazione di Facta.news ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare un post pubblicato su Facebook il 19 agosto. Secondo quanto riportato nel contenuto social, «la Svizzera priverà la Russia di un farmaco per la cura di molti tumori pediatrici». Infatti, si legge ancora «Roche ha ritirato il certificato di registrazione del MabThera», farmaco che sarebbe usato per il trattamento di linfoma non-Hodgkin, leucemia linfatica cronica, artrite reumatoide e granulomatosi.
Si tratta di una notizia falsa.
Innanzitutto specifichiamo che, stando alla definizione di Associazione italiana malati di cancro (Aimac), MabThera è il nome commerciale di rituximab, un principio attivo che appartiene alla classe di farmaci antitumorali. L’Agenzia italiana del farmaco, nel foglio illustrativo del medicinale, ha precisato che MabThera è indicato negli adulti in caso di linfoma non-Hodgkin, leucemia linfatica cronica artrite reumatoide, granulomatosi con poliangite e poliangite microscopica e pemfigo volgare. Questo medicinale può essere utilizzato anche nella popolazione pediatrica, ma con modalità diverse rispetto agli adulti.
MabThera, commercializzato dalla multinazionale farmaceutica svizzera Roche, è disponibile come medicinale da somministrare nei pazienti mediante flebo (100 milligrammi o 500 milligrammi) o mediante iniezione sottocutanea (1400 o 1600 milligrammi).
Tornando al post oggetto della nostra analisi, non è vero che Roche, o la Svizzera, hanno ritirato in Russia il certificato di registrazione del MabThera per la cura di tumori pediatrici. Su richiesta dell’azienda farmaceutica svizzera, infatti, il 16 agosto 2023 il ministero della Salute russo ha cancellato la registrazione dell’approvazione per uno dei formati commercializzati di MabThera, ovvero la dose di 1600 milligrammi di rituximab per la somministrazione sottocutanea in pazienti adulti con leucemia linfocitica cronica. Nell’ultima riga del documento ufficiale, in russo, del ministero della Salute, viene precisato che la cancellazione della registrazione è avvenuta dietro presentazione della domanda da parte di Roche Russia.
Come riportato dalla testata russa RTVI, Roche ha chiarito che i pazienti in Russia affetti da questa malattia continueranno a ricevere la terapia dell’azienda svizzera per via endovenosa, oppure tramite biosimilari, ovvero medicinali con la stessa qualità, efficacia e sicurezza dei farmaci biologici di riferimento e non soggetti a copertura brevettuale.
La decisione dell’azienda farmaceutica svizzera sarebbe stata presa a causa dell’elevata concorrenza del farmaco contenente rituximab da parte di altre aziende farmaceutiche presenti nel mercato russo, ha spiegato a RTVI Nikolaj Bespalov, direttore dello sviluppo di RNC Pharma, azienda che fornisce informazioni sul mercato farmaceutico in Russia. Nel 2014, ad esempio, quando il ministero della Salute approvò AcellBia, il biosimilare rituximab dell’azienda russa Biocad, era stata stimata una perdita pari a 240 milioni di dollari da parte di Roche. L’azienda svizzera, infatti, sempre secondo Bespalov, «non occupa una quota di mercato significativa». Per il direttore di RNC Pharma «non ha senso che l’azienda lavori sul mercato russo», essendoci aziende più concorrenti a livello economico e che producono farmaci della stessa qualità.
Come riportato da alcune testate giornalistiche internazionali, un portavoce di Roche ha infatti precisato che il farmaco da somministrare tramite iniezione sottocutanea, nel dosaggio da 1600 grammi, «non è stato importato nemmeno una volta nel territorio della Federazione Russa a causa della mancanza di domanda».
Dunque, la Svizzera non «priverà la Russia di un farmaco per la cura di molti tumori pediatrici», al contrario di quanto affermato nel post oggetto della nostra analisi.
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