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No, la polizia non sta indagando su Alexander Soros per aver pianificato l’assassinio di Trump

No, la polizia non sta indagando su Alexander Soros per aver pianificato l’assassinio di Trump

19 febbraio 2025
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  • Circola la notizia secondo cui Alexander Soros sarebbe indagato dalla polizia per una cospirazione volta ad assassinare Donald Trump.
  • Si tratta di una notizia falsa originatasi dopo che Soros aveva condiviso un articolo con l’immagine di un foro di proiettile e una mano che regge 47 dollari in contanti.
  • L’articolo di The Atlantic riguardava la criminalità e i tassi d’inflazione, e non conteneva minacce dirette a Donald Trump.

Il 14 febbraio 2025 è stato pubblicato su X lo screenshot di un articolo dal titolo “La polizia indaga su Alex Soros (figlio del filantropo e miliardario George Soros, ndr) per cospirazione per assassinare Trump”. 

Si tratta di una notizia falsa che circola da almeno un anno.

La storia si è originata a partire da un articolo pubblicato il 14 febbraio 2025 su The People’s Voice, un sito web precedentemente conosciuto come NewsPunch e noto per diffondere notizie false e infondate su svariate tematiche. 

Nell’articolo, si legge che «Alex Soros non ha fatto alcuno sforzo per nascondere il suo desiderio di eliminare Trump durante la campagna elettorale», inviando «messaggi poco velati con il numero 47 (in riferimento al 47esimo presidente degli Stati Uniti, Trump, eletto a novembre 2024, ndr) che lasciavano poco all’immaginazione». 

Questi «messaggi poco velati» sarebbero racchiusi, sempre secondo The People’s Voice, in un post pubblicato su X da Alexander Soros il 22 gennaio 2024, contenente le immagini di un proiettile che infrange una lastra di vetro e di una mano che regge 47 dollari in contanti. Queste immagini, tuttavia, sono semplicemente l’anteprima di un articolo pubblicato dal The Atlantic e dedicato a criminalità e tassi d’inflazione, linkato nel post di Soros e subito interpretato da numerosi cospirazionisti come una “minaccia diretta e violenta” contro Trump. 

Né l’articolo né il post di Alexander Soros, però, contenevano minacce contro Trump. 

L’articolo del The Atlantic, risalente al 18 gennaio 2024, affermava infatti che nonostante gli americani credano che la criminalità e l’inflazione siano in aumento, l’evidenza mostra il contrario. Secondo l’articolo, queste false convinzioni avrebbero potuto aiutare Trump a vincere le elezioni del 2024.

Peraltro, la portavoce di The Atlantic Anna Bross aveva dichiarato a Politifact che le illustrazioni del foro del proiettile e della mano con i dollari contanti erano foto di stock selezionate «dal dipartimento artistico della rivista» e utilizzate in passato da altre pubblicazioni, e che Alexander Soros non aveva avuto alcun ruolo nella selezione delle immagini dell’articolo.

L’attentatore di Donald Trump del luglio 2024, sul quale erano circolate numerose teorie del complotto, è stato identificato come Thomas Matthew Crooks, ucciso subito dopo il tentato omicidio dagli agenti del Secret Service. L’indagine delle autorità nei mesi successivi ha dimostrato che l’uomo aveva agito da solo, anche se il movente non era ancora chiaro. In qualsiasi caso, non ci sono riscontri che Alexander Soros sia mai stato sotto indagine per l’attentato a Trump. 

 

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