- A metà febbraio ha iniziato a diffondersi la notizia secondo cui l’Unione europea avrebbe vietato tutte le statue di nudo, che devono quindi essere demolite.
- La notizia è falsa. Non c’è alcuna legge o proposta europea che punti a vietare statue del genere.
- La falsa notizia potrebbe essere nata da una recente polemica sullo spostamento di una statua a Bruxelles.
Il 16 febbraio 2025 è stata condivisa su X la presunta notizia secondo cui «Bruxelles», sede di varie istituzioni dell’Unione europea, avrebbe vietato «tutte le statue di nudo», che per questo motivo «devono essere demolite». L’autore del post prosegue aggiungendo: «L’Italia dovrebbe demolire secoli di Storia? Offendono Musulmani e Islamici?».
La notizia è falsa.
Non ci sono notizie o comunicati ufficiali secondo cui l’Unione europea avrebbe vietato l’esposizione di statue di nudo nei Paesi membri.
Gli atti dell’UE giuridicamente vincolanti per i Paesi membri sono i regolamenti e le decisioni. Controllando sul sito della legislazione europea, non c’è alcun regolamento o decisione – approvata o in corso di approvazione – che vieti agli Stati l’esposizione di statue di nudo o che ne ordini la distruzione.
La falsa notizia potrebbe essere nata da una recente polemica sullo spostamento di una statua a Bruxelles. L’opera “La Maturité“, realizzata a inizio XX secolo dallo scultore belga Victor Rousseau, che ora si trova in via Ravenstein, nei pressi della stazione centrale della capitale belga, verrà spostata in una nuova location (non ancora nota). Questa operazione fa parte del progetto di riqualificazione dell’area della stazione ferroviaria, disegnato dall’architetto paesaggista Bas Smets, che prevede di sostituire la statua con una nuova opera d’arte moderna realizzata con materiali riciclati dall’artista Aglaïa Konrad.
Riprendendo un documento di dicembre 2024 del governo della Regione di Bruxelles-Capitale, diversi media belga hanno riportato che la statua verrà spostata perché «trasmette valori non più in linea con quelli della società contemporanea, con una visione patriarcale dei rapporti sociali e familiari veicolata dall’opera, con stereotipi fissi della famiglia e del potere maschile». Una scelta che non è stata ben accolta da alcuni enti che si occupano di beni culturali.
Anaïs Maes, assessora all’urbanistica e agli spazi pubblici della città di Bruxelles, è intervenuta per spegnere le polemiche e spiegare che spostare quella statua significa «riconoscere la complessità dello spazio pubblico e la sua dimensione olistica: funzionale e simbolica, in continua evoluzione, secondo le abitudini, i valori e gli usi degli abitanti».
In ogni caso, l’opera non verrà spostata perché è una statua di nudo, e non esiste alcun ordine del governo della Regione di Bruxelles-Capitale di rimuovere questo genere di statue. La modifica paesaggistica non ha infine nulla a che fare con le istituzioni dell’Unione europea.
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