- Circola la notizia secondo cui l’alluminio rilasciato dalla disintegrazione dei satelliti Starlink sarebbe lo stesso presente nei vaccini.
- Si tratta in realtà di due composti chimici diversi.
- L’ossido di alluminio rilasciato dalla combustione dei satelliti è considerato potenzialmente dannoso per l’ozonosfera, mentre i sali di alluminio presenti in alcuni vaccini sono sicuri per via della loro quantità infinitesimale.
Il 9 febbraio 2025 è stato pubblicato su X lo screenshot di un post dell’Ansa del giorno prima che recita: «La pioggia dei satelliti Starlink di Elon Musk minaccia l’atmosfera. Ne rientrano almeno quattro al giorno e bruciano rilasciando metalli inquinanti, come l’ossido di alluminio».
L’autore del tweet commenta la notizia data dall’agenzia di stampa scrivendo: «Ma come, quel “meraviglioso” ossido di alluminio che invece se è iniettato in decine di dosi nei bambini, usato come adiuvante nei vaccini infantili, dicono che è sicurissimo e non causa l’autismo? Invece diventa pericoloso per attaccare Elon Musk. Sono veramente senza dignità».
La notizia è falsa e rientra nel filone disinformativo antivaccinista.
I satelliti Starlink, dell’azienda SpaceX di proprietà di Elon Musk, quando rientrano bruciando nell’atmosfera terrestre rilasciano ossido di alluminio, come riportato non solo da Ansa ma anche da altre testate internazionali. Questo però non accade con i soli satelliti di Starlink (che sono quasi i due terzi di tutti i satelliti operativi in orbita). Nel momento in cui la loro funzione volge al termine, i satelliti cadono verso strati più densi dell’atmosfera terrestre e si disintegrano, rilasciando gas e particelle metalliche come per l’appunto l’ossido di alluminio.
Questo materiale non è di per sé tossico per l’essere umano se l’assunzione o l’esposizione al metallo non è prolungata e/o elevata. Il problema del rilascio di ossido di alluminio nella stratosfera (parte dell’atmosfera) è dovuto alla quantità rilasciata (secondo uno studio del 2024, un tipico satellite di 250 chilogrammi genererebbe 30 chilogrammi di nanoparticelle di ossido di alluminio) e al fatto che la presenza di questo tipo di metallo nella stratosfera per anni potrebbe contribuire alla distruzione dell’ozonosfera che protegge il pianeta Terra dai raggi solari ultravioletti.
In qualsiasi caso, non c’è nulla in comune tra l’ossido di alluminio rilasciato dalla disintegrazione dei satelliti e i sali di alluminio (idrossido di alluminio, fosfato di alluminio, potassio e solfato di alluminio) presenti come coadiuvanti in alcuni vaccini, come in quelli contro l’Epatite A e B, per migliorare la risposta immunitaria. Infatti, in chimica, l’ossido di alluminio non è tra i composti noti come “sali di alluminio”, e non viene usato nei vaccini.
I sali di alluminio non sono pericolosi per la salute nelle quantità in cui sono immessi nei vaccini, come dimostrato dalle evidenze scientifiche. Secondo quanto riportato dalla piattaforma di informazioni sulle vaccinazioni Infovac, ogni dose di vaccino contiene «tra 0,125 e 0,85 milligrammi» di sali di alluminio. La dose settimanale tollerabile per ogni chilo di peso corporeo, invece, è stata stimata da 1 a 7 milligrammi (se si considera un’assunzione costante nel tempo).
Peraltro è necessario sottolineare, come avevamo precedentemente spiegato a Facta, che ogni giorno l’organismo umano assume circa 10 milligrammi di sali di alluminio attraverso l’utilizzo di utensili, pentole e contenitori di alluminio. Questo metallo però, sia che provenga da vaccini, sia che provenga dalla dieta, viene eliminato dal nostro organismo tramite feci e urine.
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