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L’ascesa politica dell’anti-vaccinismo militante

Dagli Stati Uniti all’Europa l’ostilità verso i vaccini va di pari passo con l’avanzata dei partiti populisti

6 marzo 2025
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Un’epidemia di morbillo è scoppiata lo scorso gennaio nello Stato americano del Texas. Sono 159 i casi registrati finora, in gran parte bambini e adolescenti, e un’altra decina nel confinante New Mexico. Il 26 febbraio le autorità sanitarie texane hanno annunciato il primo decesso di questa epidemia. Una bambina, senza problemi di salute preesistenti, non vaccinata. Erano dieci anni anni che negli Stati Uniti non si moriva di morbillo.

Questa epidemia è la più vasta degli ultimi 30 anni negli Stati Uniti e avviene mentre il Paese attraversa una particolare fase storica e politica: il ritorno al potere di Donald Trump. La sua seconda presidenza si configura come la rivincita del mondo che durante la pandemia di Covid-19 ha detto no ai lockdown, alle mascherine, ai vaccini e ha iniettato nell’opinione pubblica alte dosi di disinformazione su tutto ciò che riguardasse il nuovo coronavirus, attività a cui lo stesso Trump ha dato un grosso contributo. 

Un antivaccinista al governo

Una figura chiave di questo mondo è quella del nuovo ministro della salute, Robert F. Kennedy Jr. che per molti anni, prima di entrare nell’Amministrazione trumpiana, è stato una voce e un riferimento dell’antivaccinismo degli Stati Uniti. Ben prima di essere scelto da Trump, Kennedy Jr. è stato un sostenitore della tesi secondo cui ci sarebbe un legame tra i vaccini e l’autismo, una delle convinzioni più pericolose e scientificamente infondate e anche più popolari tra gli antivaccinisti (e in passato lo stesso Trump ha strizzato l’occhio a questa credenza). Lo ha fatto fino all’ultimo, perfino davanti ai senatori degli Stati Uniti che dovevano confermare la sua nomina a segretario del dipartimento della salute e dei servizi umani, il ministero della salute americano.

Sollecitato a esprimersi di fronte alle prove scientifiche che dimostrano l’insussistenza di qualsiasi correlazione tra vaccini e autismo, Kennedy Jr. ha esibito uno studio che, a suo dire, potrebbe suggerire il contrario, un articolo viziato da diverse falle metodologiche, pubblicato su una rivista di pessima qualità e finanziato da un gruppo antivaccinista.

L’ipotesi che i vaccini causino l’autismo origina da un articolo pubblicato nel 1998, questa volta purtroppo su The Lancet, una rivista scientifica molto più rispettabile, ma che si rivelò essere una grave frode, il cui oggetto era proprio il vaccino trivalente morbillo-parotite-rosolia, quello che avrebbe potuto salvare la vita di quella bambina in Texas.

Il rifiuto dei vaccini, propagandato per anni da personaggi come Kennedy Jr., ha qualcosa a che vedere con l’epidemia di morbillo in Texas. Il suo epicentro è la contea di Gaines, dove risiedono ben 107 dei 159 casi avvenuti finora. L’Associated Press riporta che nella contea si trova una delle percentuali più alte in tutto il Texas di bambini in età scolare che hanno saltato almeno uno dei vaccini richiesti. Secondo il dipartimento dei servizi sanitari del Texas, il tasso di vaccinazione contro il morbillo tra bambini delle scuole di questa contea sfiora l’82 per cento. Il morbillo è una delle malattie infettive più contagiose e per evitare che scoppi un focolaio la percentuale di popolazione immunizzata con due dosi di vaccino dovrebbe essere almeno del 95 per cento. Se all’interno di una comunità si trovano sacche dove il livello di vaccinazione contro il morbillo scende al di sotto di questa percentuale, si creano condizioni favorevoli all’innesco di un focolaio.

L’area del Texas occidentale in cui si trova la contea di Gaines è caratterizzata dalla presenza di una comunità di mennoniti, un gruppo religioso della famiglia degli anabattisti, a cui appartengono anche gli Amish che vivono in altri Stati degli USA. Tra i mennoniti non ci sono regole o insegnamenti che vietino i vaccini, ma in alcune frange di questo gruppo si riscontrano livelli di vaccinazione più bassi rispetto al resto della popolazione. Il Texas è uno degli Stati che ammette l’esenzione dai vaccini per motivazioni religiose o di coscienza.

Durante la prima riunione del gabinetto Trump, Kennedy Jr. aveva detto che l’epidemia di morbillo in Texas non è un evento «inusuale», un’affermazione che era suonata come una minimizzazione di fronte a dati che dicevano tutt’altro. Poi, è arrivato quello che è apparso come un clamoroso voltafaccia. In un intervento sul sito della televisione conservatrice FoxNews, Kennedy Jr. ha affermato che l’epidemia è una «chiamata all’azione» e che il vaccino è uno strumento cruciale per proteggere le persone e le comunità, parole che hanno fatto infuriare alcuni anti-vaccinisti.

Per altri, invece, si è trattato di un sostegno ai vaccini tiepido e un po’ contraddittorio in alcuni passaggi, per esempio dove Kennedy Jr. ha sostenuto che una buona alimentazione ricca di vitamine «rimane la migliore difesa contro la maggior parte delle malattie croniche e infettive» e in un’intervista successiva ha suggerito che l’olio di fegato di merluzzo sia un rimedio altrettanto valido. Il portavoce del Dipartimento della salute si è dimesso dopo essersi scontrato con i suoi nuovi vertici riguardo la gestione dell’epidemia in Texas.

L’uscita di Kennedy Jr. è probabilmente dettata da ragioni di opportunismo e non può cancellare anni di propaganda. Al di là di queste contraddizioni, c’è un dato di fondo. Come avevano osservato nel 2023 alcuni esperti, nell’ultimo ventennio il rifiuto dei vaccini negli Stati Uniti «si è evoluto da una sottocultura marginale in un movimento sempre più ben organizzato con importanti ripercussioni per la salute pubblica». Un antivaccinismo sempre più militante. La pandemia di Covid-19, con i suoi impatti sociali e culturali e il carico di disinformazione che l’ha accompagnata, ha esacerbato questa tendenza. L’anti-vaccinismo si è saldato con identità politiche di destra, quelle di partiti che durante la pandemia si sono eretti a difensori della libertà – di scelta, di movimento – un’idea su cui era facile far leva per sfruttare l’esasperazione in una situazione di emergenza sanitaria senza precedenti da un secolo.

La spinta dei populismi

Di questi movimenti all’interno della società si trovano segni anche in Europa. In Germania il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD), ormai la seconda forza politica nel Paese, ha cavalcato le proteste contro i vaccini e l’obbligo delle mascherine. Secondo uno studio, il tasso di vaccinazione contro Covid-19 varia di più di 20 punti percentuali tra i diversi stati federali tedeschi e quelli più bassi si trovano in alcune aree di quelli orientali. Diversi fattori socio-demografici che possono spiegare questa differenza, ma in questi si inseriscono anche le preferenze politiche. Nel 2022 alcuni ricercatori hanno trovato una correlazione inversa tra le percentuali di vaccinazione per Covid-19 e il supporto ad AfD, che anche nelle ultime elezioni politiche ha avuto un particolare successo negli stati dell’ex Germania est. Lo stesso si osserva nella vicina Austria, dove il Partito della Libertà (FPÖ), di destra populista, è arrivato primo alle ultime elezioni, raggiungendo quasi il 29 percento dei voti anche se non è riuscito a formare un governo. Il suo leader, Herbert Kickl, ha rivendicato di non essere vaccinato e ha detto che i vaccini anti-Covid 19 sono un «esperimento di ingegneria genetica». Questa saldatura tra ideologie di estrema destra e il rifiuto dei vaccini per Covid-19 è un fenomeno che interessa molti Paesi europei.

In Italia si è assistito negli ultimi anni a qualcosa di simile. Anche se nessuno dei partiti politici maggiori ha mai abbracciato apertamente l’anti-vaccinismo, c’è stato chi, soprattutto a destra, ha alimentato sospetti e sostenuto tesi prive di fondamento sui vaccini anti-Covid 19. La stessa Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione della pandemia è diventata un palcoscenico istituzionale per riabilitare posizioni “alternative”.

Nel novembre del 2024 la Lega ha proposto di nominare tra i consulenti della commissione Giovanni Frajese, un endocrinologo sospeso dall’Ordine dei Medici per aver diffuso tesi prive di fondamento sui vaccini anti Covid-19, che a destra sono state fatte proprie da qualche partito minore. C’è poi il caso paradossale del nuovo piano pandemico, di cui il governo ha presentato di recente una nuova bozza. Due esponenti di Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, l’hanno propagandata come se escludesse eventuali lockdown e vaccini, anche se il documento afferma tutt’altro, un’operazione che è sembrata essere un tentativo maldestro di fare polemica preventiva nei confronti dell’opposizione. Ma fare delle pandemie e dei vaccini materia di polemica tra i partiti, soffiare sulla polarizzazione riguardo a questi temi, è proprio che ciò andrebbe evitato se si vuole davvero preparare la società ad affrontare possibili scenari futuri.

Nella società, infatti, atteggiamenti come il rifiuto dei vaccini o il negazionismo climatico rimangono minoritari. Ma l’ascesa di partiti disposti a raccogliere queste istanze aumenta il peso e la visibilità di queste posizioni nella sfera pubblica. L’astio verso le “élites corrotte”, l’Unione europea e tutti i soggetti che per qualsiasi motivazione possono trovare posto all’interno di narrazioni ideologiche è il terreno dove possono attecchire e proliferare teorie del complotto e disinformazione.

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