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Questo filmato delle proteste in Iran non è attuale, ma del 2022

Questo filmato delle proteste in Iran non è attuale, ma del 2022

20 novembre 2024
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  • Su X sta circolando un filmato di due persone che strappano i manifesti di alcuni leader politici e religiosi iraniani.
  • Il video viene presentato come se fosse attuale e descritto come «la rivolta popolare scoppiata» in Iran.
  • La scena è reale, ed è avvenuta in Iran, ma risale a settembre 2022.

Il 17 novembre 2024 è stato condiviso su X un filmato, girato di notte, che mostra una folla per strada applaudire due persone che stanno strappando dalle mura di un edificio i manifesti con i volti di due uomini con la barba e un copricapo. Il video, secondo chi l’ha postato, sarebbe stato girato «in Iran», dove «è scoppiata la rivolta popolare».

La notizia è vecchia e presentata in maniera fuorviante.

Il filmato è girato in Iran, ma risale a più di due anni fa, a settembre del 2022. In quel periodo c’erano state diverse azioni di protesta e manifestazioni contro il governo scatenate dalla morte di Mahsa Amini, 22enne dopo essere stata arrestata e picchiata a Teheran dalla “polizia morale” perché non indossava correttamente l’hijab. Diverse donne si sono tagliate i capelli come gesto di opposizione, e ci sono state manifestazioni per le piazze – sia iraniane che di altri Paesi, in gesto di solidarietà – sotto lo slogan «donna, vita, libetà».

Nella città di Sari, capoluogo della provincia settentrionale di Mazandaran, la sera del 21 settembre 2022 due uomini avevano strappato i manifesti del fondatore della Repubblica islamica, l’ayatollah Ruhollah Khomeini, e dell’attuale guida suprema Ali Khamenei, affissi su un edificio comunale. Nel mentre, una folla di iraniani applaudiva e gridavano “morte al dittatore”, come riportato all’epoca da alcuni giornalisti e media.

Questi casi di ribellione sono stati duramente repressi dalla polizia iraniana.

Attualmente in Iran non sembrano esserci «rivolte popolari». Dal 2022 sono stati comunque registrati singoli atti di disobbedienza civile e pacifica – spesso definiti con il termine “rivoluzione silenziosa” – da parte di alcune donne e uomini contro l’obbligo di indossare l’hijab.

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